un filosofo 1000 anni spiega perche non dobbiamo paura dell ai v3 712235

Nel 2022, un evento ha scosso gli studiosi del machine learning e dell’intelligenza artificiale: Blake Lemoine, un ingegnere di Google, ha dichiarato di aver riconosciuto tratti personificati del chatbot LaMDA di Google. Questo ha sollevato una questione: è possibile che un modello di AI possa essere considerato una “persona”?

È stato dimostrato che in alcuni campi l’AI è più intelligente dell’uomo. Ma da qui a considerarla al pari di una persona ne passa. I concetti di personalità e individualità sono cruciali nelle discussioni etiche e filosofiche, poiché riguarda lo status morale di un essere. Le domande attorno a questo tema sono complesse e coinvolgono diritti, doveri e dignità. Nel tentativo di definirle, molti si sono concentrati sulla capacità di esperienza cosciente, ma la coscienza è un concetto difficile da inquadrare e misurare.

Qui emerge la figura di Ibn Sina, un filosofo islamico vissuto tra il 980 e il 1037, noto anche come Avicenna in Occidente. Sebbene i suoi studi precedano di secoli l’emergere dell’intelligenza artificiale, le sue idee possono offrire spunti interessanti. Ibn Sina esplorò la distinzione tra umani e animali, focalizzandosi sulla capacità umana di comprendere “l’universale”, a differenza degli animali che si limitano a percepire i “particolari”.

Nella sua opera “Al-Nafs”, Ibn Sina fa l’esempio di una pecora che vede un lupo. Mentre la pecora reagisce istintivamente alla minaccia, un umano rifletterebbe sul concetto generale di “lupo”, associandolo al pericolo e decidendo di conseguenza. Questa capacità di astrazione è ciò che, secondo Ibn Sina, distingue l’umano dagli altri animali.

Questa distinzione è rilevante anche nell’attuale ricerca sull’ai, che mostra come le reti neurali artificiali siano limitate nella loro capacità di generalizzazione. In altre parole, mentre un umano può riconoscere le varianti di un oggetto o un concetto basandosi su caratteristiche generali, un modello di intelligenza artificiale richiede dati molto specifici per operare correttamente. Inoltre, bisogna addestrarla in maniera adeguata pena risultato pessimi.

Il paragone tra il ragionamento umano e quello animale in Ibn Sina offre una prospettiva unica sulla questione della personalità e individualità nell’AI. Se prendiamo in considerazione il suo criterio, capiremo che l’AI non supera ancora questo test. Questo suggerisce che, pur essendo avanzata, l’intelligenza artificiale non raggiunge la complessità del pensiero umano in termini di capacità di astrazione e generalizzazione.



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