Steve Albini muore quasi “poeticamente” dentro il suo studio di registrazione a 61 anni
La scomparsa di Steve Albini, chitarrista dei Shellac e famoso produttore discografico, ha lasciato un vuoto nel mondo della musica rock. Con una carriera lunga e ricca di successi, Albini ha saputo lasciare il segno grazie alle sue produzioni e alla sua musica innovativa.
La notizia del suo decesso per infarto è stata confermata dallo staff del famoso chitarrista e pubblicata in Pichfork.com. Albini è scomparso martedì 7 aprile a Chicago, lasciando dietro di sé un leggendario portfolio di produzioni musicali. Un trapasso quasi poetico che lo raggiunge nel posto più amato in cui forse è stato più sé stesso. La signora in nero è infatti arrivata a fargli visita dentro il suo studio di registrazione Electrical Audio.
Nato in California e cresciuto nel Montana, Albini ha iniziato la sua carriera musicale suonando in band punk prima di dedicarsi alla produzione musicale. Del 1981 il suo primo progetto musicale Big Black. Con i Pixies ha contribuito a lanciare la rivoluzione del rock alternativo grazie all’album Surfer Rosa, diventando una figura influente nel panorama musicale mondiale.
Tra le sue produzioni spiccano capolavori come In Utero dei Nirvana, Rid of Me di PJ Harvey, Pod dei The Breeders e Things We Lost in the Fire dei Low. La sua genialità e originalità hanno lasciato un segno indelebile nella storia della musica rock. Albini era anche il fondatore e membro degli Shellac, band formata a Chicago nel 1992 insieme al batterista Todd Trainer e al bassista Bob Weston. Il gruppo ha recentemente annunciato la pubblicazione di un nuovo album, To All Trains, dopo oltre 10 anni di assenza.
Il suo contributo originale e creativo resterà per sempre nel cuore di tutti coloro che hanno amato e apprezzato la sua musica e il suo lavoro di produzione. Steve Albini rimarrà per sempre una leggenda della musica rock, la cui presenza nel mondo della musica resterà indelebile nel tempo. Lascia la moglie Heather Whinna, famosa regista.