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Dopo 2370 anni dalla sua morte, una nuova scoperta eccezionale ha appena permesso di scoprire il luogo esatto in cui venne deposto il corpo di Platone, il grande pensatore greco noto per aver rivoluzionato la storia della filosofia tramite i suoi racconti e l’introduzione del “mondo delle idee”.

Questa scoperta è avvenuta grazie al progetto Greek School, che ha l’obiettivo di tradurre – tramite l’aiuto di alcune nuove tecnologie – il contenuto dei papiri carbonizzati di Ercolano, sopravvissuti all’eruzione del Vesuvio del 79 d.C.

Già qualche settimana fa questo progetto finanziato dall’Unione Europea aveva ottenuto fama internazionale, riuscendo a determinare il significato di 4 passaggi complessi di una pergamena contenente un’opera filosofica epicurea. Le notizie pubblicate però qualche ora fa, inerenti le ultime settimane di vita del grande filosofo greco, risultano tuttavia molto più rilevanti.

Da una parte infatti ci consentono di svelare le sorti di uno dei padri del pensiero occidentale e ci dimostrano anche come la tecnica sviluppata dai ricercatori dell’università di Pisa, insieme all’istituto di Scienze, al CNR e alla biblioteca nazionale di Napoli, funzioni egregiamente. Visto che i papiri di Ercolano non possono essere srotolati per colpa dell’eruzione del Vesuvio (si danneggerebbero immediatamente), il team di ricerca ha usato complesse tecnologie di imaging e di scansione per osservare i caratteri sottostanti la coltre di fuliggine e di carbone.

Nelle nuove 1000 parole provenienti dalla Rassegna dei filosofi di Filodemo di Gadara – il più antico manuale di storia della filosofia pervenutici dal mondo greco – viene descritto che il filosofo allievo di Socrate fu venduto dagli spartani come schiavo sull’isola di Egina, attorno al 404 a.C. o il 399 a.C., quando altre tradizioni affermavano invece che venne venduto al tiranno di Siracusa Dionisio I il Grande nel 387 a.C.

Il periodo storico di riferimento è quello della Guerra del Peloponneso, la stessa che fa da ambientazione ad Assassin’s Creed Odissey e che vide la Grecia affrontare un lungo periodo di conflitti e di declino. La Sicilia rimane comunque il luogo più probabile in cui Platone morì, visto che al termine di questo conflitto l’isola divenne la meta per molti schiavi sconfitti provenienti da Atene.

Secondo le descrizioni riportate sulla pergamena, sembra che dopo la sua morte Platone venne riportato ad Atene, dove venne sepolto da alcuni suoi allievi – tra cui un giovane Aristotele – nel giardino a lui riservato nell’Accademia di Atene, nei pressi del Museion.

Nello stesso testo si afferma che Platone nei suoi ultimi giorni, per quanto ammalato e lontano dalla sua scuola, continuò a ragionare di storia, arte e di musica, sostenendo che una musicista proveniente dalla Tracia non avesse “stile”. Un parere molto comune, all’epoca, visto che gli abitanti di questa regione venivano considerati dai greci come dei barbari senza cultura.

I nuovi testi tradotti ci permettono anche di avere un quadro più realistico della corruzione presente nell’allora oracolo di Delfi, che dettava la politica della regione tramite il controllo delle profezie.



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