il caldo record letteralmente cuocendo animali fondamentali v3 715238

Dal 1950, si è registrato un significativo aumento di mortalità delle popolazioni di api, calabroni e bombi a livello globale. Una delle cause principali è l’abuso dei pesticidi ma c’è anche un motivo: l’aumento delle temperature dovuto ai cambiamenti climatici. Uno studio fa luce su quello che sta accadendo.

Un team di ricercatori dell’Università di Guelph ha analizzato studi storici risalenti al 1800 scoprendo che questi insetti (bombi, vespe o pai) indipendentemente dalla regione geografica, preferiscono una temperatura del nido che si aggira tra i 28 e i 32 °C. Quando la temperatura supera i 36 °C non riescono più a riprodursi efficacemente. Ciò è particolarmente problematico per le larve, che sono la ‘prossima generazione’ e sono molto più sensibili al calore rispetto agli adulti.

Peter Kevan, un esperto dell’Università di Guelph, ha osservato che questa necessità di una temperatura del nido stabile è comune tra i gli animali di diverse aree del mondo, dall’Artico alle regioni tropicali. Se le temperature superano i limiti tollerabili, è probabile che i api, bombi e calabroni non sopravvivano. E sappiamo bene cosa succederebbe se le api si estinguessero.

Per proteggere le larve in crescita, gli insetti in questione adulti eseguono una sorta di ventilazione del nido muovendo le ali, ma questa difesa naturale potrebbe non bastare a contrastare gli effetti di un clima sempre più caldo. Sebbene esistano innovazioni tecnologiche come i “nidi robotici” che controllano il clima per le api da miele commerciali, queste soluzioni non sono applicabili le specie selvatiche, che vivono liberi in natura.

Le api stanno morendo in tutto in mondo e dovrebbe essere nostra responsabilità proteggerle in quanto sono responsabili del 70% dell’impollinazione di tutte le specie vegetali al mondo che garantisce circa il 30% della produzione globale di cibo.



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