BigMama ieri è stata ospite all’Assemblea Generale dell’Onu per parlare agli oltre duemila liceali provenienti da tutto il mondo.
“Per tutta la vita mi hanno fatto credere di essere completamente sbagliata. Il mio fisico faceva in modo che la gente mi valutasse come ‘non abbastanza’ prima ancora che mi si potesse davvero conoscere. Una persona grassa nell’immaginario degli altri è una persona svogliata, pigra, non attiva, non intelligente, che non ha voglia di migliorare. Per una persona come me sognare era inutile. Vengo da un paese molto piccolo con una mentalità altrettanto piccola. Ho dovuto sopportare anni di bullismo, verbale e fisico. Ogni giorno della mia infanzia e adolescenza lo ricordo pieno di parole di odio. ‘Cicciona, fai una dieta, fai schifo’. Ho cercato per anni di evitare la sofferenza stando in silenzio”.
La cantante ha poi aggiunto:
“La prima risposta è stata la rabbia. A 13 anni ho scritto il mio primo pezzo, charlotte, un rap che parla di suicidio e autolesionismo e per tre anni l’ho tenuto tutto per me. BigMama è nata quando ho avuto la forza di metterlo su YouTube”.
BigMama all’Onu, il servizio del Tg3
BigMama ha fatto questo discorso – tutto in inglese – per il programma di formazione GCMUN TALKS voluto da Unite Network, un’organizzazione associata al Dipartimento di Global Communications delle Nazioni Unite.
BigMama è intervenuta nell’aula dell’assemblea dell’Onu a New York, di fronte a una platea di duemila giovani, per portare il suo messaggio contro body shaming e bullismo pic.twitter.com/GNIyr5pOPF
— Tg3 (@Tg3web) February 22, 2024