tre assurdi segreti openai chatgpt svelati dall ex membro board v3 720392

Non sono passate molte ore dall’annuncio della formazione del nuovo team di sicurezza di OpenAI, ma è già arrivato il momento di tornare a trattare questioni relative all’azienda. Infatti, un ex membro del consiglio di amministrazione ha svelato diversi “segreti” relativi al dietro le quinte di OpenAI.

Nella puntata del podcast The TED AI Show dal titolo “Cosa è realmente successo a OpenAI e il futuro della regolamentazione“, pubblicata nella giornata del 28 maggio 2024, la ricercatrice Helen Toner, una delle quattro persone dietro alla giravolta di Sam Altman (prima licenziato poi reintegrato come CEO di OpenAI), è scesa nei dettagli di quanto ha visto durante la sua permanenza nell’azienda.

Le affermazioni di Toner che stanno attirando maggiormente l’attenzione riguardano il presunto “vero” motivo del temporaneo licenziamento di Altman. Sono ormai passati 6 mesi dalla vicenda, ma finora nessuno aveva commentato in modo diretto quanto accaduto a porte chiuse. Ebbene, secondo l’ex membro del board ci sarebbero state “continue menzogne” da parte di Altman.

Questo avrebbe generato un clima teso all’interno dell’azienda, tanto che internamente si sarebbe parlato di cultura tossica” e addirittura “abuso psicologico. Accuse pesanti, insomma, quelle rivolte al CEO. D’altronde, in una recente intervista concessa da Sam Altman, quest’ultimo ha definito quel periodo, senza entrare troppo nei dettagli, come “un’esperienza caotica, vergognosa e sconvolgente“.

Secondo la Toner, a un certo punto due dirigenti di OpenAI che non si fidavano più di Altman sarebbero arrivati a mostrare al consiglio di amministrazione degli screenshot relativi alle presunte “bugie” di Altman. In quel contesto, i dirigenti avrebbero anche affermato di non credere che Altman potesse o volesse cambiare. Sarebbe stato proprio questo a convincere il consiglio a procedere al licenziamento.

Per ogni singola cosa, Sam riusciva sempre a trovare una sorta di spiegazione innocua del motivo per cui non era un grosso problema o perché era stata interpretata male o altro“, ha spiegato Toner, che afferma, “dopo anni di queste cose“, di aver deciso di prendere parte all’iniziativa interna a OpenAI di licenziare Altman. “Semplicemente non potevamo credere alle cose che Sam ci stava dicendo“.

Un secondo “segreto” che emerge dalle dichiarazioni della Toner riguarda il fatto che nel novembre 2022 il consiglio non sarebbe stato informato dell’uscita di ChatGPT. Sì, avete capito bene: il board avrebbe appreso del lancio del chatbot di intelligenza artificiale direttamente “su Twitter“. Come se non bastasse, Toner accusa Altman di aver fornito informazioni inesatte sui processi di sicurezza di OpenAI, nonché di aver cercato di farla licenziare per via di un documento critico relativo alle pratiche di sicurezza interne all’azienda.

Un terzo “segreto” è relativo al fatto che il consiglio di amministrazione avrebbe tenuta “nascosta” a tutti, tranne al team legale, la volontà di licenziare Altman. Secondo la Toner, infatti, i membri del board temevano che il CEO avrebbe tentato di “indebolirli” se fosse entrato a conoscenza di quanto stava accadendo dietro le quinte. Per quanto riguarda il reintegro di Altman, Toner afferma che ci sono molte persone che hanno “molta paura ad andare contro Sam“, anche per via di presunte “ritorsioni passate contro chi presentava atteggiamenti critici nei suoi confronti“.

Quello che viene descritto dall’ex membro del consiglio di amministrazione di OpenAI, insomma, è un clima interno all’azienda quantomeno “caotico. Per maggiori dettagli, potete ascoltare la puntata integrale del podcast The TED AI Show su Spotify.

Nel frattempo, la risposta di OpenAI non si è fatta attendere. L’attuale presidente del consiglio di amministrazione, Bret Taylor, ha dichiarato: “Siamo delusi dal fatto che la signora Toner continui a rivisitare questi problemi“. Viene poi citata l’indagine indipendente svolta dallo studio legale Wilmer Hale relativa a questi problemi. “La revisione ha concluso che la decisione del consiglio precedente non era basata su preoccupazioni relative alla sicurezza del prodotto, al ritmo di sviluppo, alle finanze di OpenAI o alle sue dichiarazioni a investitori, clienti o partner commerciali“.



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