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– La Commissione Ue in sede di valutazione della proposta di revisione del PNRR ha approvato una modifica del target finale degli asili nido e delle scuole dell’infanzia da 264.480 a 150.480. Lo spiegano fonti di governo, sottolineando che la rimodulazione si è resa necessaria per la crescita dei costi delle materie prime e perché la Commissione non ha ritenuto ammissibili gli interventi di messa in sicurezza, di demolizione e ricostruzione, nonché i centri polifunzionali, selezionati nel 2021-2022 dal precedente governo.

Il Governo, nonostante ciò, fa comunque sapere che “non sarà definanziato nessun intervento già aggiudicato”. In particolare, l’esecutivo assicura anche che si continuerà a investire in asili nido per aumentare il numero dei posti, per raggiungere, come richiesto dal Consiglio Ue nel 2021, il 33% di copertura del servizio a livello nazionale entro il 2026, e per garantire il target finale e che l’esecutivo adotterà un primo Piano asili da circa 530 milioni con le risorse già finanziate nel cosiddetto decreto Caivano.

Successivamente sarà adottato un secondo Piano asili, anche grazie alla possibilità di utilizzare i circa 900 milioni di euro di risorse nazionali rimodulate da altri piani di edilizia scolastica che la Commissione ha ammesso a finanziamento nell’ambito del Pnrr.

Nelle scorse ore, infatti, è arrivato il via libera della Commissione che ha valutato positivamente il piano di ripresa e resilienza modificato dell’Italia, che include un capitolo RePowerEU. Il piano dell’Italia ha ora un valore di 194,4 miliardi di euro 122,6 miliardi di euro in prestiti e 71,8 miliardi di euro in sovvenzioni e copre 66 riforme, sette in più rispetto al piano originale, e 150 investimenti. Lo ha annunciato l’esecutivo europeo.

Il governo mette a disposizione “della crescita economica” italiana “altri 21 miliardi di euro”, in pratica “una seconda manovra economica”. Lo ha detto secondo quanto si apprende la premier Giorgia Meloni alle associazioni datoriali nel corso dell’incontro a Palazzo Chigi spiegando che molte delle misure indirizzate alla crescita, alle infrastrutture e al sostegno del tessuto produttivo “sono state contemplate negli interventi riformulati del Pnrr” e non nella Legge di Bilancio che è “per forza di cose seria, responsabile”. Si tratta di risorse “frutto della rimodulazione del piano in una ottica di efficientamento”.

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