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L’oro avvia la settimana all’insegna della forza, sfondando risolutamente la resistenza dei 2.010 dollari l’oncia e confermando il trend positivo avviato da un paio di settimane. Ad innescare acquisti speculativi concorre l’attesa per una politica monetaria più prudente della Fed e per un possibile taglio dei tassi a partire dal secondo semestre del 2024.

L’ipotesi di una politica meno austera indubbiamente è il principale driver per una ascesa dell’oro, sebbene il Presidente Jerome Powell abbia precisato che non esiterà al alzare ancora i tassi, se necessario: Ma l’inflazione continua a rallentare e buona parte degli analisti ritiene che i tassi abbiano raggiunto il punto di massimo a questi livelli ora i tassi sui Fed Funds oscillano nell’intervallo del 5,25-5,50%.

L’oro così ha raggiunto questa mattina un massimo di 2.017,25 dollari l’oncia, nel corso delle contrattazioni in Asia, per poi attestarsi a 2.013,57 dollari l’oncia +0,57%, rispetto ad una chiusura della scorsa settimana al di sotto dei 2mila dollari.

Una performance che supera ampiamente le aspettative degli analisti. “I nostri economisti si aspettano che il primo taglio dei tassi venga attuato solo a metà del prossimo anno, quindi solo allora il prezzo di un’oncia d’oro potrebbe salire durevolmente sopra i 2.000 dollari”, affermano gli analisti di Commerzbank, che vedono l’oro attestarsi a 2.000 dollari solo a giugno 2024 ed a 2.050 a settembre 2024.

Altri analisti però non vedono un ritracciamento durevole dell’oro e qualcuno segnala che, tradizionalmente, l’oro ha guadagnato sempre il 2-3% fra la settimana del Thanksgiving e la fine dell’anno. Una performance che sarebbe frutto anche dei maggiori acquisti natalizi sul mercato della gioielleria.

Per gli analisti di Saxo Bank il maggior rischio per l’oro è rappresentato dall’aumento dei rendimenti dei bond USA.

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