L’Osservatorio Innovazione di Motore Sanità – organismo indipendente e Centro studi sui temi della Salute, della sostenibilità del Ssn e sulla programmazione di interventi per la riforma della Sanità pubblica e privata in Italia – propone un tavolo comune per affrontare in maniera coordinata i problemi più urgenti. Dopo la presentazione, a novembre, di 10 punti prioritari di discussione, alcuni condivisi anche da esponenti della maggioranza in Parlamento (tra cui la necessità di arrivare al 7 per cento del Pil per la Sanità da raggiungere anche nel corso dell’anno) l’Osservatorio propone ora di mettere a fuoco in singoli tavoli di lavoro tematici ciascuno dei punti del decalogo inizialmente proposto.

Dopo il pensiero n. 1, relativo al sottofinanziamento del Ssn già approfondito a Roma agli inizi dello scorso dicembre presso la sala Capitolare del Chiostro del Convento di Santa Maria in Piazza della Minerva, l’Osservatorio si prepara ora ad accendere i fari sulla programmazione del fabbisogno degli operatori sanitari. Un modo per tirare il freno alle continue fughe di camici bianchi, giovani e meno giovani, verso il privato tutelando le aree disciplinari più esposte e sguarnite della anestesiologia e della medicina e chirurgia di urgenza e di altre aree carenti che riguardano anche altre specialità e la patologia clinica.

Riflettori accesi poi sulla revisione della governance sul rapporto di convenzione con i Medici di medicina generale e la Pediatria di libera scelta. Il rapporto della medicina generale con i servizi sanitari nazionali è peculiare in ogni paese europeo: tra rapporto libero professionale e dipendenza la medicina generale si differenzia in Europa per lo status, la governance, la remunerazione e i compiti affidati. La progettualità del Pnrr con le Case di comunità e gli Ospedali di comunità ha già esempi in paesi come la Spagna e il Portogallo dove i Medici di medicina generale sono tuttavia dipendenti del rispettivo servizio sanitario.

«In Italia il progetto della Case si Comunità è partito con un accordo con i MMG ed i PLS nell’ambito della attuale convenzione ma i risultati sono altalenanti – sottolinea l’Osservatorio – sebbene nelle varie regioni ci siano esperienze di buone pratiche articolate soprattutto attorno al presidio irrinunciabile delle cure domiciliari che fanno della casa del paziente il principale e primo luogo di cura per prevenire le cronicità ed evitare ospedalizzazioni improprie. La realtà italiana è unica per una remunerazione statale ma con uno status libero professionale, un ruolo di gate keeper senza un reale controllo dell’operato in assenza di validi indicatori di performance».

Va inoltre ricordato che in molti paesi europei la disciplina del general practicioner è caratterizzata da una formazione universitaria che ne delinea lo status di specialità, con una componente di formazione anche in medicina d’urgenza come accade per esempio in Spagna, per garantire la presa in carico temporanea dei pazienti con acuzie e la gestione domiciliare di casi complessi e dei codici di bassa intensità nelle case di Comunità o negli studi associati.

 

Per riflettere sulla programmazione e remunerazione da adeguare ai fabbisogni incentivandoli alla professione e sulle possibili soluzioni del potenziamento del territorio in vista della applicazione del PNRR – che non potrà decollare senza una revisione del rapporto convenzionale con la medicina generale e pediatria di libera scelta – l’Osservatorio di Motore Sanità organizza due tavoli di confronto e approfondimento con i principali attori del servizio sanitario nazionale con gli esponenti di tutte le Regioni.

 



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