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Emicrania e dintorni: trattamenti nuovi e antichi


L’emicrania, un disturbo neurologico debilitante, è caratterizzata da un forte dolore concentrato principalmente su un lato della testa, sebbene possa manifestarsi su entrambi i lati. La patologia è spesso accompagnata da sintomi quali nausea, vomito, sensibilità e fastidio alla luce e al suono. Come gestirla? 

Emicrania e dintorni 

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L’emicrania è una condizione che provoca dolori lancinanti: come gestirla?

L’emicrania, una condizione diffusa che colpisce soprattutto le donne (è spesso di origine ereditaria), può essere scatenata da una vasta gamma di fattori, dal tempo atmosferico al consumo di sostanze alcoliche. 

Oltre al dolore di testa lancinante, alcuni individui possono sperimentare difficoltà a parlare (afasia), addormentamento del braccio e della gamba (parestesia) o disturbi visivi. Tra questi, i più frequenti sono: visione di lampi (fotopsia) o macchie nere (scotomi), deformazioni degli oggetti, emianopsia (oscuramento di metà campo visivo). 

Gli episodi possono persistere per ore o persino giorni e compromettono notevolmente la capacità di svolgere normalmente attività come il lavoro, la scuola o altre routine quotidiane.

Nuovi orizzonti nella terapia il targeting del peptide CGRP

Fortunatamente, esistono varie opzioni di trattamento e cambiamenti nello stile di vita che possono aiutare a gestire questa patologia neurologica.

Negli ultimi anni, si è assistito ad esempio a significativi progressi nel trattamento dell’emicrania, grazie alla scoperta delle terapie mirate al peptide correlato al gene della calcitonina (CGRP). Parliamo di un gene che svolge un ruolo fondamentale nella trasmissione dei segnali di dolore, nella vasodilatazione e nelle risposte infiammatorie.

Questa classe di farmaci agisce direttamente sulla proteina incriminata, presente in diverse parti del corpo, inclusi cervello e sistema nervoso. Le terapie CGRP lavorano dunque prevenendo o riducendo gli attacchi emicranici.

In che modo? Bloccando l’azione della CGRP nei vasi sanguigni cerebrali e nella trasmissione del dolore nel sistema nervoso.

Questo approccio ha rivoluzionato il panorama terapeutico dell’emicrania. Le terapie hanno infatti dimostrato di poter ottenere una riduzione significativa del 50% dei giorni di mal di testa al mese, anche nei pazienti che avevano già sperimentato diversi farmaci preventivi per l’emicrania senza successo. Ma conosciamo meglio i farmaci utilizzati per bloccare gli episodi. 

Due tipi di farmaci CGRP per il trattamento dell’emicrania

Nel trattamento dell’emicrania, sono stati sviluppati due tipi principali di farmaci che agiscono sul peptide correlato al gene della calcitonina (CGRP):

Gli anticorpi monoclonali CGRP sono utilizzati come terapia preventiva per l’emicrania. Essi si legano direttamente alla proteina CGRP, neutralizzandola. Questo blocco diretto può ridurre sia la frequenza sia la gravità degli attacchi di emicrania. Alcuni esempi di farmaci di questa classe includono erenumab, galcanezumab, fremanezumab ed eptinezumab;

Farmaci per il trattamento acuto: oltre alla terapia preventiva, le persone affette da emicrania possono utilizzare un altro tipo di farmaco per trattare gli attacchi acuti. Questi vengono assunti solo quando si verificano i sintomi di un attacco di emicrania e possono fornire un rapido sollievo dai sintomi.

Insomma, i farmaci antagonisti del recettore CGRP sono una risorsa preziosa nel trattamento dell’emicrania, dal momento che agiscono impedendo al CGRP di attivare i recettori, riducendo così il dolore e altri sintomi associati all’emicrania. Saranno sicuri?

Un trattamento ben tollerato

Le evidenze suggeriscono che le terapie mirate al CGRP sono generalmente ben tollerate, con minori effetti collaterali rispetto ai farmaci convenzionali come il topiramato, i beta-bloccanti come il propranololo o l’amitriptilina, che sono comunemente utilizzati come trattamenti orali di prima linea. Inoltre, le terapie CGRP possono essere altrettanto efficaci, se non superiori, nel ridurre la frequenza e l’intensità degli attacchi emicranici.

Cambiare stile di vita 

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La medicina cinese offre soluzioni per la gestione del disturbo che non prevedono l’uso di farmaci

Oltre ai farmaci, esistono anche misure non farmacologiche che possono contribuire a gestire l’emicrania, come mantenere abitudini alimentari, di sonno ed esercizio fisico regolari, cercare momenti di relax in un ambiente tranquillo, applicare impacchi caldi o freddi e gestire lo stress.

Infine, segnaliamo i benefici del Tianshu, un antico trattamento fitoterapico cinese riportato nel testo “Xuan Ming Lun Fang“, sotto la dinastia Jin (1115 d.C.). I principi attivi contengono Chuanxiong Rhizoma (rizoma essiccato di Ligusticum Chuanxiong Hort) e Gastrodiae Rhizoma (rizoma essiccato di Gastrodiae Elata Bl) 

Diversi studi, hanno confermato che ricetta Tianshu non solo è efficace come farmaco preventivo degli attacchi emicranici, ma che tale efficacia si prolunga anche dopo la sua sospensione. Secondo gli autori questo potrebbe implicare un maggior profilo di sicurezza per quanto riguarda la sua efficacia profilattica.

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Mayo Clinic News Network



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