Che fine ha fatto Chiara Ferragni? L’imprenditrice è sparita dai social da oltre una settimana e se Fedez ha deciso di tornare su Instagram nei giorni di Natale pubblicando contenuti dei figli, lei è tutt’ora in modalità top secret. Secondo il quotidiano La Stampa, però, starebbe lavorando in gran segreto con due studi legali e uno di comunicazione.

 “Chiara Ferragni, una task force con due studi legali e un’agenzia di comunicazione per risollevare l’immagine” – ha scritto la giornalista Francesca Del Vecchio su La Stampa – aggiungendo: “A rischio contratti con brand internazionali e collaborazioni con aziende che negli anni si sono appoggiate alla sua immagine per promuovere i propri prodotti”.

Il pezzo è stato commentato anche da Il Gazzettino che ha così raccontato:

“La sua crew è a lavoro per cercare di riportare l’influencer a brillare come prima. Secondo La Stampa è il suo staff che avrebbe messo su una task force con ben due studi legali. Per il quotidiano torinese il primo è quello di Gianni Origoni, che dovrebbe occuparsi degli aspetti civilistici della vicenda del Pandoro Balocco. Il penale invece sarebbe affidato a Marcello Bana. A fare da collante tra i due studi ci sarebbe, secondo La Stampa l’agenzia di comunicazione e web reputation Community, guidata dal founder e Ceo Auro Palomba. Secondo il quotidiano la taskforce è pronta, mancano solo le firme, ma arriveranno in qualche ora. Lo scopo dell’”associazione”? Arginare la fuga di follower e di sponsor della Ferragni, soprattutto dopo l’addio di Safilo”.

La Stampa, Alessandro Gassmann bacchetta Chiara Ferragni

Oltre l’articolo de La Stampa, in questi giorni ha fatto molto rumore anche il commento di Alessandro Gassmann in merito alla beneficenza di Chiara Ferragni.

La beneficenza non andrebbe dichiarata né pubblicizzata, altrimenti si potrebbe pensare che si è fatta per trarne vantaggio di immagine. Ma capisco che la riservatezza, insieme alla gentilezza, sia del tutto scomparsa. Mio padre ha sempre fatto beneficenza nella sua vita e non ne ha mai parlato pubblicamente e la cosa lo ha sempre reso felice, esclusivamente per i risultati ottenuti, pubblicizzarla lo avrebbe messo in imbarazzo. La classe non si insegna né si compra”.

 



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