i computer ia potranno sopravvivere temperature estreme venere v3 718707

Un recente passo avanti nello sviluppo dei sistemi di memoria ha permesso la creazione di dispositivi in grado di resistere a temperature incredibilmente elevate. Questi sistemi riusciranno ad operare in condizioni estreme non solo sulla Terra ma persino su Venere.

Conosciamo fin troppo bene i rischi che ha il calore eccessivo sui nostri dispositivi elettronici; ad oggi, i sistemi di memoria non volatile (che includono le SSD) più resistenti in assoluto, smettono di funzionare oltre la soglia dei 300°C. Ma grazie ai progressi fatti da un team di scienziati, ora potremmo forse superare questo limite.

Il team ha infatti creato e testato un nuovo diodo ferroelettrico capace di continuare a lavorare per alcune ore dopo aver raggiunto i 600°C. Si tratta di un risultato impressionante, che permetterà di utilizzare i computer in ambienti estremi come centrali nucleari o sul pianeta più caldo del nostro sistema solare.

La svolta è stata possibile grazie ad un nuovo materiale chiamato nitruro di alluminio ferroelettrico, qualcosa di mai usato prima come superconduttore. Il diodo basato su questo materiale è sottilissimo (45 nanometri) e gli scienziati ritengono che questo potrebbe essere il nuovo punto di partenza per computer che integrano memoria ed elaborazione per processi ad alti requisiti energetici, come l’intelligenza artificiale.

Come spiega anche Deep Jariwala, ingegnere dell’Università della Pennsylvania, “I dispositivi normali che usano i transistor al silicio faticano a funzionare ad alte temperature.” Il lavoro compiuto degli scienziati permetterà invece di avere uno stoccaggio e un’elaborazione dei dati in ambienti estremi (sia qui che su altri pianeti).



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