i fisici credono teoricamente potremmo sfruttare buchi neri come fonte energia v4 713340

I buchi neri hanno affascinato i fisici e gli autori di fantascienza da quando vennero teorizzati per la prima volta nel 1916 da Karl Schwarzschild, solo un anno dopo dalla pubblicazione della teoria relatività generale di Albert Einsten.

Recentemente però una nuova idea sta balenando nelle menti dei fisici, in particolare di Espen Gaarder Haug e Gianfranco Spavieri, due fisici che lavorano all’Università norvegese della vita e all’Università delle Ande, in Venezuela.

Considerando che i buchi neri emettono una grande quantità di energia e che le equazioni della relatività consentono di immaginare buchi neri microscopici, in grado da essere utilizzati come delle sorgenti o delle batterie, secondo questi scienziati e il loro studio pubblicato su High Energy Density Physics sarebbe possibile – almeno in teoria – creare o sfruttare questi particolari corpi celesti per risolvere i problemi energetici del nostro pianeta.

In breve, i buchi neri funzionerebbero come dei reattori nucleari e libererebbero l’energia accumulata nei legami che tengono strette le particelle della materia. L’unico problema è che attualmente non sappiamo creare dei buchi neri e non abbiamo neppure le conoscenze adeguate per realizzare buchi neri di piccole dimensioni, che presentino una massa equiparabile a quella della massa di Planck (da non confondere con la costante di Planck, identificata dallo stesso scienziato).

Secondo questo modello, tuttavia, sarebbe persino possibile accoppiare due buchi neri per aumentare ulteriormente il rendimento dell’energia, visto che due buchi neri di carica opposta di solito si fondono – il termine scientifico più corretto in verità sarebbe “evaporano” – creando un rilascio istantaneo di energia.

Questa ipotesi prende anche in considerazione le ricerche effettuate relativamente all’origine dell’universo e alla presenza di buchi neri primordiali nei convulsi attimi successivi al Big Bang.

“Le batterie moderne sono estremamente inefficienti rispetto al loro potenziale finale e per questo abbiamo pensato ad una idea che potrebbe condurre all’inizio di una rivoluzione nel settore energetico” hanno chiarito i due scienziati nel loro articolo pubblicato .

Haug e Spavieri stimano che una batteria di un 1 kg contenente l’energia prodotta da un micro buco nero potrebbe fornire circa 470 milioni di volte l’energia fornita dalla più efficiente batteria al litio da 200 chilogrammi attualmente esistente.

“Sebbene il raggiungimento di un tale livello di progresso tecnologico non sia certamente imminente, non è inconcepibile che lo sviluppo della tecnologia energetica possa seguire una traiettoria simile a quella vissuta dalla tecnologia informatica” scrivono gli scienziati, pensando al futuro. È possibile quindi immaginare un futuro in cui l’umanità si sarà liberata dal problema del rifornimento energetico, con un lauto miglioramento delle condizioni di vita.



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