A otto anni da Non è Stato Mio Figlio, Gabriel Garko è tornato con la nuova fiction targata Mediaset Se Potessi Dirti Addio e per l’occasione ha rilasciato un’intervista al settimanale Chi (dopo quella a Verissimo in cui ha svelato la sua situazione sentimentale). L’attore de Le Fate Ignoranti oltre al lavoro ha ricordato il suo coming out e ha spiegato di averlo fatto in primis per sé stesso, senza secondi fini o la pretesa di essere un modello per gli altri.
Giusto puntualizzare i motivi che l’hanno spinto a dichiararsi, ma va detto che con il suo coming out Gabriel ha dato comunque un bell’esempio ai suoi colleghi e ha dimostrato che si può vivere alla luce del sole e continuare a lavorare e ad essere amati dal pubblico.
“Noi siamo stati insieme davvero”
Gabriel Garko sulla relazione con Manuela Arcuri e i dubbi dell’opinione pubblica dopo il suo coming out #noneladurso pic.twitter.com/kbQ4NT2plO
— Live – Non è la d’Urso (@LiveNoneladUrso) December 6, 2020
Gabriel Garko a Chi: “La normalità? Chi stabilisce quello che è giusto o nella norma?”
“In questi anni sono maturato tantissimo, ho avuto più tempo per metabolizzare, per guardarmi dentro e, oggi, sono più sicuro di me, più centrato. Felice? E’ una parola che non mi piace, direi sereno. Perché la felicità dura un attimo, la serenità è più a lungo termine.
In tante famiglie si parla poco di sessualità, ed è un errore enorme. I tabù sono prima di tutto nostri, la società ne mette tanti perché fanno comodo, ma penso che ciascuno abbia i suoi. Anche perché la parola “normalità” è una cosa insensata: quello che per me è normale magari non lo è per te.
Normalità deriva da norma, da regola, ma chi stabilisce quali siano le regole e che cosa sia giusto? – ha continuato Garko – Detto questo, ho scritto un libro, in cui parlo di cose che tanta gente ignora, preferisce non parlarne, e cioè il rifiuto dell’orientamento degli altri, ma penso che siamo arrivati a un punto in cui sarebbe ora di non demonizzare la diversità.
Il mio coming out? Devo confessare che l’ho fatto per me stesso, non per gli altri. Ogni persona deve avere la libertà di fare quello che è meglio per sé. Se fai una cosa con l’idea di essere un modello per gli altri diventi esibizionista, se le fai per te è un sentimento puro”.