come donna sopravvivere schianto aereo v3 705894

Durante la vigilia di Natale del 1971, un evento straordinario segnò il destino di Juliane Koepcke, una giovane donna che sfidò la morte precipitando dal cielo durante una tempesta, unica sopravvissuta di un tragico disastro aereo nella foresta pluviale peruviana.

Figlia di zoologi tedeschi, Juliane intraprese quel fatidico volo LANSA insieme alla madre, diretta verso una riunione familiare che mai avrebbe raggiunto.

La loro destinazione era la stazione di ricerca Panguana, frutto del lavoro e della passione dei suoi genitori, quando un fulmine spezzò in due il loro aereo, lanciando Juliane in una caduta libera di migliaia di metri fino al cuore oscuro dell’Amazzonia. Ripresasi dall’impatto miracolosamente sopravvissuto, si ritrovò ferita e sola tra i resti dell’aereo, iniziando una lotta per la sopravvivenza che avrebbe messo alla prova ogni fibra del suo essere.

La donna è caduta da un’altezza di 3.048 metri, ancora legata al suo sedile. La sua sopravvivenza a una caduta da tale altezza è stata in parte attribuita all’ammortizzazione fornita dalla fitta copertura della foresta pluviale, che ha rallentato la sua discesa prima di atterrare al suolo (sappiamo qual è il posto più sicuro di questi mezzi, ma il caso di Juliane è stato davvero fortuito).

Armata soltanto della sua conoscenza della foresta, ereditata dai genitori, e di una confezione di dolci trovata tra i rottami, Juliane affrontò fame, sete e le insidie di un ambiente ostile per undici lunghi giorni. Seguendo un fiume, la sua odissea la portò infine a un rifugio abbandonato dove, con astuzia e coraggio, riuscì a curare le proprie ferite usando metodi appresi in famiglia.

Il suo salvataggio, avvenuto per mano di lavoratori forestali sorpresi quanto lei di trovarsi faccia a faccia in quel remoto angolo di mondo, fu solo l’inizio di un viaggio di ritorno alla vita, che la vide affiancare le squadre di soccorso nella dolorosa ricerca dei resti dell’aereo e dei suoi passeggeri, inclusa sua madre.

Tornata in Germania, Juliane non solo ha proseguito gli studi, ma è divenuta una voce autorevole nella ricerca scientifica, dirigendo la stazione Panguana e condividendo la sua incredibile storia di sopravvivenza, volontà e resilienza umana attraverso la scrittura e la collaborazione con il cinema, ispirando persone in tutto il mondo con il suo racconto di speranza e di lotta contro le avversità più inimmaginabili.

Disastri simili, seppur rari, ce ne sono stati diversi in passato, con esiti molto differenti.



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