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Giulio Cesare è stato uno dei più grandi militari della storia, capace di conquistare la Gallia e di sconfiggere molti nemici, tra cui il suo più grande avversario durante le Guerre Civili, Pompeo Magno.

Al Cinema – e in parte anche a teatro – tuttavia, Giulio Cesare è stato principalmente ricordato più per le sue arti amatorie che per le sue grandi imprese militari, essendo stato capace di sedurre in età avanzata persino una regina molto particolare come Cleopatra, che aveva probabilmente decine di amanti e di spasimanti.

Una domanda sorge però spontanea, quando assistiamo ad uno spettacolo che mette in mostra la vita di questo grande condottiero: Cesare era davvero così abile in amore o le donne si gettavano ai suoi piedi, solo per un interesse economico e politico?

Questa domanda è circolata per diversi secoli all’interno dei testi di storia e di storiografia classica e dopo aver raccolto centinaia di indizi e di testimonianze scritte, redatte tra l’altro anche da alcuni suoi avversari politici, oggi gli storici concordano sul fatto che Cesare fosse davvero abile con le donne… e non solo.

Come infatti affermò Cicerone in una seduta del Senato, l’ultimo dittatore di Roma era noto per avere una passione sfrenata per il sesso e per essere molto abile ad ottenerlo, anche per soddisfare eventuali richieste politiche a cui nessun altro avrebbe dato ascolto. L’oratore in particolare disse che “Cesare è il il marito di tutte le mogli e la moglie di tutti i mariti di Roma”.

La bisessualità di Cesare d’altronde si dimostrò una grande arma a suo favore, visto che riuscì a circondarsi di uomini fidati, che lo accompagnarono per tutta la vita… o almeno sin quasi alla sua fine, avvenuta durante le Idi di Marzo del 44 a.C. Molti degli uomini che lo uccisero, infatti, facevano parte del suo più intimo entourage e gli storici credono che alcuni di essi parteciparono direttamente ad alcuni banchetti, in cui i partecipanti potevano lasciarsi andare a comportamenti molto lascivi.

Le amanti e le mogli del dittatore furono inoltre sempre ben liete nel seguirlo, non accusandolo mai di violenze o di comportamenti scorretti, delle accuse che all’epoca in cui si svolsero queste vicende potevano provocare gravi danni economici e politici anche al più grande dei senatori.

Per quanto infatti le donne fossero sottoposte al controllo del loro capo famiglia, avevano comunque dei diritti e nei casi particolari delle mogli di Cesare – tutte imparentate con l’élite romana o nel caso di Cleopatra addirittura capi di stato – avrebbero potuto distruggerlo politicamente, chiedendo l’aiuto delle loro famiglie d’origine, nel caso di violenze. Esse furono Cossuzia, Cornelia, Pompea Silla (nipote del dittatore Silla) e Calpurnia.

La lista delle amanti ufficiali di Cesare è lunga e con alcune di esse intrattenne una relazione d’amicizia decennale, che le portò a soffrire enormemente al momento della sua morte. La sua amante più famosa fu Servilia, sorellastra del grande avversario di Cesare Catone Uticense, che pur essendo molto più grande di lui l’amò follemente, tanto da indurre sua figlia Terzia a giacere con il condottiero, per ricordargli i momenti felici in cui era stata lei ad “addestrare” all’arti amatorie il giovane Cesare.

Servilia era anche la madre del figlio adottivo di Cesare, il famoso Bruto, che secondo la leggenda avrebbe inferto il colpo definitivo al padre.

Da giovane Cesare riuscì persino a sfuggire ad una situazione imbarazzante, quando divenne ambasciatore presso il regno di Bitinia, dove incontrò il re Nicomede IV, altro noto bisessuale dell’epoca classica. Per gran parte della sua vita, Cesare cercò di nascondere il fatto di essere stato uno degli amanti di Nicomede, finché Marco Calpurnio Bibulo, suo collega durante il consolato del 59 a.C., lo accusò pubblicamente durante il Trionfo per la vittoria sui Galli di essere stato la “regina di Bitinia” grazie alle sue doti. “Quella che un tempo era una regina che aveva voluto un re, ora vuole un regno”.

Tale affermazione divertì tantissimo l’esercito schierato dietro i generali, provocandone l’ilarità e indurli a gridare un’affermazione giunta ai posteri grazie a Svetonio.

“Cesare ha sottomesso le Gallie, ma Nicomede ha messo sotto lui. Oggi trionfa Cesare che le Gallie ha sottomesso, non trionfa Nicomede che ha messo sotto lui”.



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