Negli ultimi anni il PC gaming si è evoluto enormemente, cambiando paradigma per quel che riguarda le prestazioni delle schede video, non più ottenute esclusivamente tramite potenza bruta ma anche grazie alle tecnologie. Alla base c’è l’evoluzione del DLSS, profondamente mutato rispetto alle origini.

Nel ripercorrere la storia del DLSS occorre operare una distinzione cronologica grossolana: per la tecnologia di NVIDIA, infatti, c’è un prima e un dopo la versione 3.0.

Il DLSS, acronimo di Deep Learning Super Sampling, nasce come tecnologia in grado di effettuare l’upscaling e l’upsampling di immagini in tempo reale. La “magia” dei supercomputer del team verde, infatti, può ricostruire le immagini in maniera artificiale, generando i pixel mancanti nel passaggio da una risoluzione all’altra in maniera temporale grazie all’IA. Un PC che esegue un gioco con il DLSS attivo, quindi, lo fa a una risoluzione più bassa di quella che il giocatore vede a schermo grazie alle potenzialità dei Tensor Core delle GPU NVIDIA.

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Dalla prima alla seconda versione, NVIDIA ha lavorato sia sulla resa finale della ricostruzione che nel facilitarne l’adozione da parte delle software house, grazie al passaggio dall’addestramento dei supercomputer per singolo titolo ai training set generici, rendendone molto più semplice l’implementazione.

In tutti i successivi aggiornamenti della versione 2, il DLSS ha avuto un’evoluzione principalmente iterativa, migliorando le librerie e la resa.

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Come dicevamo, c’è anche un “dopo”. Con il lancio delle RTX Serie 40, infatti, NVIDIA ha presentato il DLSS3, inizialmente senza spazio tra il nome e la cifra proprio per indicare non solo la sua evoluzione rispetto alla versione 2.0, ma anche per evidenziare il passaggio da un singolo tool a un contenitore di tecnologie, esattamente 3:

Il primo è l’upscaler “originale”, affiancato dal rivoluzionario Frame Generation che, grazie alla tecnologia Optical Flow, è in grado di aggiungere frame intermedi ricostruiti operando una media tra le informazioni del fotogramma precedente, di quello successivo e dei vettori di movimento. Infine, NVIDIA Reflex, necessario per abbassare la latenza in virtù dell’aumento della stessa derivante dall’utilizzo di Frame Generation (che analizza fotogrammi “successivi” non ancora a schermo, rallentando la coda di rendering).

Il risultato è stato quello di un terremoto per l’industria: un interruttore per duplicare o addirittura triplicare il framerate, senza intaccare la qualità visiva (semmai qualche artefatto nelle scene più concitate).

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Infine, lancio del DLSS 3.5: nel 2023 NVIDIA ha presentato la sua ultima fatica, che aggiunge un .5 per indicare la presenza di una nuova tecnologia, Ray Reconstruction. Questa tecnologia si concentra sul miglioramento della resa del Ray Tracing, mandando in pensione i vecchi e poco prestanti denoiser e utilizzando un nuovo sistema basato sul Deep Learning, molto più efficiente e che sfrutta un’elaborazione e una temporale per rendere ancora più fedele la ricostruzione dell’immagine.
NVIDIA è sempre stata molto riservata sul futuro del DLSS, sorprendendo a ogni lancio di nuovi concept. Le prossime pagine sono ancora tutte da scrivere, ma siamo certi che saranno entusiasmanti!



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