vacanze di natale film 1983

“Le ragioni del successo di Vacanze di Natale sono diverse. Ma una è più precisa delle altre: il tempo ha battuto l’ideologia. Mi spiego meglio. Esisteva un certo tipo di mondo, e anche di cinema, che pretendeva di spiegare la realtà senza guardarla. Aveva un impianto ideologico e non si è reso conto di quello che invece gli stava accadendo intorno. Con quel film noi abbiamo raccontano un pezzo di Paese che avevamo di fronte e che nessuno guardava, un po’ schifato“. Così Enrico Vanzina, in un’intervista a ‘Repubblica’ in vista del quarantesimo anniversario di ‘Vacanze di Natale’ che cadrà nel 2023.

“Era una cronaca precisa di un tempo che stava cambiando. Di una certa borghesia che puntava sull’avere e non sull’essere. Lo abbiamo cercato di fare con un approccio franco, divertente ma anche drammatico. Abbandonando ogni moralismo. Ripeto: noi lo abbiamo fatto senza saperlo. Ma visto oggi Vacanze di Natale è stato un mattoncino del racconto di un cambiamento sociologico che fino a quel momento non era mai stato intercettato”, sottolinea.

“È il nostro film più riuscito. È la foto di un’epoca buffa, sentimentale, caustica. Uno stracult”, aggiunge Vanzina, che scrisse il film insieme al fratello Carlo su richiesta di Aurelio de Laurentiis: “Lo abbiamo scritto facendo quello che un grande partito di sinistra dovrebbe fare oggi”. “Girando per Roma. In autobus, allo stadio, in discoteca. Osservando la gente. Come fai a raccontare se stai chiuso sempre nella stessa stanza, con le stesse persone?”.

Quanto a un possibile remake o sequel, “mi chiedono spesso di rifare Vacanze di Natale. L’unico che può, è Aurelio De Laurentiis. Con me. Sono passati 40 anni, se lui lo volesse rifare, vediamo che succede”, dice Vanzina.

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