Il sottosegretario alla Cultura replica “all’ennesimo servizio ‘confezionato’ da Report, trasmissione del Servizio Pubblico, insieme a Il Fatto Quotidiano”
“Diffamazioni su diffamazioni. Il metodo è sempre quello. Prendi un teorema e ci costruisci sopra una tua ‘verità’ non la verità. E valorizzi tutte quelle ipotesi che possono rendere credibile ‘la tua verità’. Non è giornalismo: è manipolazione. Ed è quello che da mesi sistematicamente fanno ‘Report’ e ‘Il Fatto’ per suggestionare lettori e telespettatori”. Così in una nota il sottosegretario alla Cultura, Vittorio Sgarbi, replica “all’ennesimo servizio ‘confezionato’ da Report, trasmissione del Servizio Pubblico, insieme a Il Fatto Quotidiano, giornale notoriamente collaterale al Movimento 5 Stelle”.
“Mettere la musica di Lupin come sottofondo, per esempio, non è giornalismo, è una canagliata – aggiunge Sgarbi – Andare sotto casa delle persone, chiedergli cosa diranno ai carabinieri, fargli intendere di sapere cose sul loro conto per quali potrebbero essere ricattabili, non è giornalismo è intimidazione, il mezzo utilizzato da chi confeziona dossieraggi”.
“Altro che giornalismo d’inchiesta – continua il sottosegretario alla Cultura – E infatti, ai ‘servizietti pubblici’ di ‘Report’ e ‘Il Fatto’, seguono, puntualmente, con un tempismo che ne rivela la plateale complicità, i rituali inviti alle dimissioni dei soliti scappati di casa dei 2 Stelle (3 gli sono state tolte dagli elettori…) e il livore degli ‘scanzetti’ di turno, rancorosi odiatori che ammorbano il web. Tra questi spicca il loro guru, il Fonzie della Garbatella, un piccolo bullo del web, con la faccia lisciata dal botulino e da creme emollienti – prosegue Sgarbi – che passa le sue giornate a chiedere alla platea di odiatori di comprargli uno di quei libri ispirati dall’odio contro i suoi avversari politici. Una cricca di bulli manipolatori”.