Fu consacrata sacerdotessa di Apollo a Delfi. Dante Alighieri, poi, la incluse tra i dannati dell’Inferno. Si chiama Manto ed è una maga che, stando alla mitologia greca, creò il lago della città di Mantova con le sue lacrime. È a lei che si sono ispirati gli ideatori del primo strumento al mondo in grado di fornire una stima personalizzata del rischio di depressione chiamato, appunto, Manto.

Gli ideatori

«Manto – è nato dalla collaborazione scientifica tra l’Università di Ferrara e gli Atenei di Bologna, New York e Stoccolma. Consiste in un tool online utilizzabile in maniera gratuita e anonima dalla popolazione over-55, statisticamente più a rischio di depressione – spiega Martino Belvederi Murri, professore associato di Neuroscienze e Riabilitazione presso l’Università degli Studi di Ferrara, primo autore dello studio che ha condotto alla realizzazione del test -. Manto è capace di calcolare la probabilità di sviluppare depressione nei successivi due anni».

Come si usa Manto

Per utilizzare Manto è necessario avere almeno 55 anni e non essere affetti da gravi problemi cognitivi. Per accedere al test è sufficiente cliccare su manto.unife.it e rispondere ad alcune domande, tutte anonime, sui sintomi di depressione e su alcuni altri aspetti della vita. Non è obbligatorio compilarle tutte, ma più risposte vengono fornite, più la stima sarà accurata. Al termine del breve questionario, al momento disponibile in italiano o in inglese, il sito produrrà una stima del punteggio di rischio individuale, espressa in percentuale.

Uno strumento per tutti

«Manto potrà essere utile sia ai singoli cittadini over 55 che, autonomamente potranno sottoporsi al test, che a medici e professionisti sanitati per valutare se e quanto un paziente rischia di sviluppare una forma di depressione – dice Belvederi Murri -. È stato ideato per colmare una lacuna: se esistono già da alcuni decenni strumenti in grado di valutare il rischio di sviluppare patologie cardiovascolari, come l’infarto, nulla era disponibile – almeno fino alla nascita di Manto – per la valutazione della salute mentale. E questo – sottolinea il professore – nonostante la depressione sia la principale causa di disabilità nel mondo (dati OMS)».

Uno strumento di prevenzione

Circa il 15% delle persone ha sofferto di depressione almeno una volta nella propria vita. «La sofferenza può essere transitoria ma, in casi più gravi, può anche causare la perdita del lavoro e delle relazioni sociali», aggiunge Belvederi Murri. Per questo, Manto potrebbe segnare un’importante svolta per l’identificazione precoce e la prevenzione della depressione: «Tutti possono sviluppare depressione in circostanze difficili, ma alcune persone sono più a rischio di altre, come le donne, coloro che hanno disturbi del sonno, dolore, altri sintomi fisici o una precedente storia di depressione», spiega il professore.

Chi rischia la depressione

Il rischio è calcolato attraverso algoritmi specifici di intelligenza artificiale: chi totalizza un punteggio maggiore del 60% rientra tra la popolazione a rischio depressione, rischio che aumenta all’aumentare della percentuale ottenuta. «A coloro che ottengono un punteggio del 60% o di poco superiore consiglio di praticare (o incrementare se la si pratica già d’abitudine) l’attività fisica, meglio se aerobica, di fare attenzione all’igiene del sonno, sia dormendo un numero adeguato di ore, che evitando di utilizzare smartphone o di svolgere attività che possano influire negativamente sul riposo prima di andare a dormire.

Un aiuto può derivare anche dall’impegnarsi in attività piacevoli o stimolanti dal punto di vista intellettuale, come ad esempio dei cruciverba. Sono disponibili numerose altre cure ed azioni preventive, come strategie psicologiche, farmacologiche e comportamentali, da utilizzare da sole o in combinazione. Per questo – conclude il professore – chiunque abbia ottenuto un punteggio di rischio a percepisca sintomi associabili alla depressione è bene che si rivolga ad uno specialista capace di consigliare i rimedi più adeguati».

 

 



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