riusciremo produrre farmaci intelligenti come dune buone notizie v3 703348

Nel vasto universo di Dune, epopea sci-fi senza tempo che recentemente torna a far parlare nuovamente grazie all’arrivo di “Dune – Parte Due” al cinema, il ‘melange’ o semplicemente ‘la spezia’, si mostra come sostanza narcotica dalle proprietà straordinarie, capace di amplificare esponenzialmente le capacità mentali di chi ne fa uso.

Questa sostanza, frutto delle esalazioni di giovani vermi delle sabbie sul pianeta Arrakis, si distingue non solo per i benefici sulla salute e l’aumento della longevità ma anche per la sua capacità di creare dipendenza, trasformandosi in merce di inestimabile valore (un pianeta deserto come quello del film potrebbe esistere davvero?).

La storia ci insegna che il controllo di risorse tanto potenti può spesso tradursi in potere assoluto, riflettendo dinamiche già note nella nostra realtà, come osservato dalla scrittrice scientifica Carol Hart nel suo studio sulla spezia.

Proprietà che alterano la mente, capacità di navigazione spaziale estesa, mutazioni fisiche e visioni future: elementi che, sebbene appartenenti al dominio della fantasia, trovano un eco nelle attuali ricerche sui nootropi, definiti da molti come ‘pillole dell’intelligenza’. Questi farmaci, pensati per affilare memoria, attenzione, creatività e motivazione, rappresentano la punta dell’iceberg in uno sforzo collettivo volto a esplorare e potenziare le capacità umane.

Tuttavia, l’utilizzo di nootropi al di fuori delle prescrizioni mediche solleva questioni etiche e preoccupazioni sanitarie, come evidenziato da un’indagine della Harvard Medical School, che mette in guardia sui rischi potenziali legati a sostanze non ancora approvate per l’uso farmaceutico. Insomma, non sarà come la spezia vista prima nei libri e poi al cinema, ma sicuramente è qualcosa che si avvicina.

A proposito, ma cosa c’è di vero scientificamente in quello che abbiamo visto su Dune?



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