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In occasione del pagamento dell’ultima rata di Reddito di cittadinanza ai percettori che hanno già fruito di 7 mensilità nel 2023, l’INPS, con un SMS o e-mail, ha informato gli interessati della sospensione del beneficio come previsto dalla norma. Ne dà notizia l’istituto di previdenza attraverso una nota spiegando che “in particolare, nella sintetica comunicazione, è stato anche ricordato che, nell’eventualità della presa in carico dei servizi sociali, la sospensione sarà revocata”.

Si precisa – si legge ancora – che questa eventualità riguarda esclusivamente le persone che versano in un particolare stato di bisogni complessi e di difficoltà di inserimento sociale o lavorativo.

La presa in carico chiaramente non potrà quindi riguardare tutti i soggetti che sono già stati o potranno essere indirizzati proficuamente ai servizi per l’impiego per intraprendere percorsi lavorativi e per i quali lo stesso decreto-legge 4 maggio 2023 n. 48 convertito, con modificazioni, dalla legge 3 luglio 2023, n. 85 ha previsto l’accesso alla nuova misura del Supporto formazione e lavoro a partire da settembre.

Intanto, cresce la preoccupazione. “Oggi un sms dell’INPS ha annunciato a centinaia di migliaia di beneficiari del Reddito di Cittadinanza la sospensione, dal 1 agosto, del sostegno economico, come previsto dal decreto lavoro, convertito in legge poche settimane fa. Così, semplicemente, 169mila persone, tra i 18 e i 59 anni, scoprono di essere occupabili, di non aver più diritto nemmeno ad un euro, a prescindere dalla loro condizione di vulnerabilità.

Unica speranza per migliaia di famiglie in povertà rimane l’essere prese in carico dai servizi sociali comunali, quei servizi sociali e quella presa in carico che il Governo ha sacrificato sull’altare di una presunta “occupabilità” che non tiene conto dei bisogni e delle fragilità delle persone”. Così in una nota CGIL e la FP CGIL che chiedono di “prorogare il termine di 7 mesi per la sospensione del Reddito di Cittadinanza e dare modo alla popolazione in condizione di bisogno di essere presa in carico dai servizi comunali”.

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