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Il nostro mondo è considerevolmente diverso rispetto a quello dei nostri antenati, ma forse una delle caratteristiche più peculiari che contraddistinguono le nostre società da quelle del passato è l’importanza che abbiano attribuito allo sport e alle manifestazioni sportive.

Per quanto le nostre gare sportive possono essere considerate innovative sotto molti punti di vista, in quanto slegate da eventi religiosi o da interessi strettamente politici (al di là di qualche eccezione) tuttavia non bisogna dimenticare che anche in passato le società presentavano l’opportunità di svolgere delle attività fisiche non legate alla guerra, anche per prepararsi in vista di gare ufficiali.

In Grecia, per esempio, si svolgevano ogni 4 anni le Olimpiadi, mentre nell’antica Roma si promuovevano costantemente gare di bighe (rappresentate cinematograficamente da film come Ben Hur), competizioni fra gladiatori e gare di pugilato, per non parlare di come nell’attuale centro America gli Aztechi e i Guatemaltechi organizzavano un gioco sacro che ricorda l’attuale basket: la pelota messicana.

Se dovessimo però identificare quali erano gli sport più praticati dai popoli del Mediterraneo prima dell’avvento del Cristianesimo – da molti storici considerato l’evento che ha comportato il lento oblio delle antiche manifestazioni sportive, legate per lo più a celebrazioni religiose – sarebbero altri gli sport a cui dovremmo fare riferimento, tra l’altro molto più vicini a noi di quanto pensiamo.

I principali sport presenti nel bacino del Mediterraneo attorno al I secolo d.C. erano infatti il pancrazio, la classica lotta, il pugilato, la corsa, il nuoto (seppur non esistevano ancora dei veri e propri stili), la caccia alle fiere selvatiche, il lancio del giavellotto, del disco e del peso, oltre a delle gare miste in cui bisognava lottare e poi inventare sul momento delle poesie.

Le gare all’ultimo sangue tra gladiatori e la corsa delle bighe erano invece svolte solo all’interno dei circhi o degli stadi e avevano come protagonisti degli “sportivi specializzati”, che venivano riconosciuti come degli eroi della società civile (al pari degli odierni calciatori).

Spesso le altre competizioni si svolgevano invece nelle pubbliche piazze, all’interno delle ville o nei templi, escludendo alcune situazioni particolari in cui – come nelle Olimpiadi – dei committenti chiedevano ai partecipanti di presentarsi in delle strutture adibite ad ospitare centinaia di visitatori.

Per quanto riguarda invece il gioco della pelota, in Messico le squadre si radunavano in degli stadi rettangolari costruiti proprio per svolgere le gare, nei pressi dei grandi templi sacri, Inoltre – unico caso al mondo – la squadra che vinceva veniva sacrificata agli dei.



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