I dinosauri sono stati tra i più grandi dominatori della Terra, essendo sopravvissuti per oltre 165 milioni di anni, affrontando estinzioni, siccità, eruzioni vulcaniche, profondi cambiamenti ambientali e tanto altro.
Abbiamo imparato a conoscerli abbastanza bene, tanto che ad oggi gli scienziati hanno descritto circa 800 specie (alcune davvero poco conosciute), tutte differenti tra di loro. Conosciamo la loro evoluzione, abbiamo imparato a distinguerli e ad apprezzare i loro particolari adattamenti e sappiamo che non erano così stupidi o lenti, come sono stati descritti per decenni al tempo dei loro primi ritrovamenti.
Una risposta tuttavia ci sfugge, tra le tante domande che attendono ancora una risposta: qual era il sapore della loro carne?
Per quanto questo quesito possa sembrare in apparenza stupido, in verità essa nasconde diverse incognite, molto importanti per comprendere la biologia e il comportamento delle varie specie. Sapere per esempio che un’erbivoro disponeva di una carne stopposa e dal sapore sgradevole, permetterebbe oggi agli scienziati di capire meglio le sue relazioni con i carnivori, oltre di formulare meglio i comportamenti e le predilezioni di alcuni predatori nei confronti delle loro prede preferite.
Oltre a darci informazioni interessanti, il disporre questa informazione tuttavia ci permetterebbe anche di giocare un po’, come hanno fatto alcuni cuochi di origine anglosassone che sono stati interpellati dalla rivista Popular Mechanics per immaginare alcuni piatti basati sulla loro carne.
L’impresa è stata ovviamente ardua, ma i cuochi stellati chiamati a partecipare a questo gioco non si sono tirati indietro e, dopo aver studiato dei manuali di paleontologia, hanno presentato dei piatti davvero bizzarri, che viene quasi voglia di provare.
Il loro obiettivo era quello di rendere la carne dei dinosauri interessante, ma di non modificarne troppo il sapore e la chimica originale, così da renderla il più possibile appetibile e al contempo “naturale”.
Nik Sharma, uno dei cuochi che ha risposto per prima alla richiesta di Popular Mechanics, si è per esempio cimentato nel proporre un piatto basato sul Camarasauro, un erbivoro lungo 18 metri che apparteneva al gruppo dei sauropodi. Questo animale mangiava principalmente piante come equiseti, felci e alcune antiche parenti delle Gingko biloba, una specie che non ha cambiato molto la propria morfologia in 200 milioni di anni.
Per via di questa dieta, Sharma crede che il Camarasauro potesse avere un sapore decisamente forte, simile a quello dell’agnello, e che potesse essere aromatizzato (previa eliminazione del grasso) con delle erbe aromatiche e dello yogurt, utile anche per rendere la sua carne più tenera. Sharma tuttavia consiglia anche di mangiare alcune parti di questo enorme animale alla “coda di bue”, ovvero immergendone la carne in del brodo o in tanto curry, come fosse un pollo.
Un’altra ricetta proposta da Sharma propone invece di cucinare la carne dell’Allosauro, un imponente predatore del Giurassico, come la carne di alligatore che è possibile mangiare in alcune regioni degli Stati Uniti, come la Florida. Si potrebbe quindi cucinare l’Allosauro sia alla piastra che in pentola, a seconda dei gusti dei commensali.
La stessa triste sorte tocca ad un altro importante erbivoro del Mesozoico, lo Stegosauro, che il cuoco immagina di cucinare o come il Camarasauro di sopra o arrostito, spennellando sopra la sua carne sfrigolante una salamoia piccante o dello yogurt.
Giunti probabilmente a questo punto, molti si staranno chiedendo se questi piatti sarebbero stati davvero commestibili, visto che molti parenti dei dinosauri oggi presenti sulla Terra sono velenosi o tossici. I paleontologi tuttavia non hanno ancora trovato alcuna prova che indicasse che le specie sopra menzionate potessero essere velenose, come è stato proposto da Michael Crichton nel suo famoso romanzo Jurassic Park. Quindi sì, al momento le informazioni che dispongono gli scienziati ci permettono di credere che la carne di dinosauro sarebbe stata commestibile, seppur molti italiani l’avrebbe probabilmente ritenuta non adeguata ai loro gusti o troppo stravagante e alquanto pesante.
Forse dovremmo chiederci cosa fosse successo nel caso in cui i dinosauri sarebbero stati davvero qui con noi: loro avrebbero mangiato la carne presente in queste proposte, senza battere ciglio?
È difficile dare una risposta a questa domanda, visto che molto probabilmente erano abituati al sapore naturale della carne e non erano preparati ad assumere tutte queste erbe aromatiche o lo yogurt con cui gli Chef vorrebbero dar risalto ai loro piatti. Possiamo tuttavia immaginare che, per quanto spaesati, questi animali un assaggio lo avrebbero sicuramente accettato, magari abbandonando successivamente il boccone per il disgusto.
Considerando infine che i coccodrilli sono strettamente imparentate con le lucertole e che da quest’ultime sono derivati i dinosauri, è anche possibile immaginare che – per quanto riguarda i dinosauri carnivori – il sapore della loro carne ricordasse molto quello degli attuali coccodrilli ed alligatori. Un piatto molto particolare, per i palati più resistenti.
Con questa affermazione non stiamo affermando che questi animali sono uguali o che è lecito pensare di acquistare della carne di alligatore, da importare in Italia, per assaggiare della “finta carne di dinosauro”. Anzi. Sono molteplici le questioni etiche che dovrebbero farci riflettere sull’eventuale acquisto di questi prodotti e sull’assenza di eticità nei loro produttori, visto che il consumo di questa carne va contro i dettami molari della conservazione naturalistica della specie e il rispetto che professa di avere il nostro paese nei confronti della fauna selvatica.
Assodato quindi che riteniamo sbagliato mangiare la carne di questi grossi rettili, da un punto di vista scientifico è interessante sapere che gli appartenenti dell’ordine Crocodylia possono avere il sapore di un T. rex, considerando sempre le chiare differenze di stazza e di dieta tra le due specie.