Nel vasto universo animale, gli eroi spesso assumono forme inaspettate . Tra questi, il cetriolo di mare emerge come un salvatore insospettato della nostra barriera corallina. Una ricerca condotta dal team della Georgia Tech rivela l’importanza critica di questi organismi nel mantenere l’equilibrio e la salute dei coralli.

Il calore crescente delle acque oceaniche, uno degli effetti più diretti dei cambiamenti climatici, mette a dura prova i coralli, inducendoli a espellere le alghe simbiotiche che li nutrono. Questo fenomeno, noto come sbiancamento, è solo la punta dell’iceberg. I coralli stressati diventano più vulnerabili alle infezioni batteriche, un rischio che una volta era mitigato dall’attività dei cetrioli di mare.

Questi esseri, nutrendosi dei sedimenti del fondale marino, controllano naturalmente le popolazioni microbiche. Tuttavia, l’intensificazione della pesca, motivata dalla crescente domanda nel mercato alimentare asiatico, ha ridotto drasticamente il numero di cetrioli di mare in molte aree.

Per quantificare l’impatto di questa perdita, gli scienziati hanno condotto esperimenti in loco nell’oceano Pacifico meridionale, vicino all’isola di Mo’orea, in Polinesia Francese. Hanno osservato un incremento di quindici volte della mortalità dei coralli associata a malattie del sedimento nelle aree prive di di questi pulitori acquatici, sottolineando il loro ruolo cruciale nell’ecosistema marino.

I risultati di questi studi non solo lanciano un monito sull’importanza di imporre limiti più severi alla pesca dei cetrioli di mare ma suggeriscono anche l’acquacoltura come metodo per reintrodurli nei reef bisognosi di protezione. L’idea di allevarli per la salvaguardia dei coralli, oltre che per applicazioni potenziali come la pulizia di allevamenti ittici e la prevenzione del diabete di tipo 2, apre nuove prospettive per la conservazione marina.

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