Per la seconda prova al liceo Classico, consegnato ai maturandi un testo tratto dalla epistola 94 del quindicesimo libro

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(Fotogramma)

Il testo proposto per la seconda prova dell’esame di maturità 2023 è, per il liceo Classico, un brano in latino tratto dalle ‘Epistulae morales ad Lucilium’ (Lettere morali a Lucilio) di Lucio Anneo Seneca, il grande filosofo e drammaturgo romano, tra i massimi esponenti dello stoicismo di età imperiale. Si tratta di una silloge di 124 lettere suddivise in 20 libri. Il consegnato ai maturandi è tratto dalla epistola 94 del quindicesimo libro.

Le lettere all’amico Lucilio furono composte da Seneca dopo il ritiro dalla vita pubblica, probabilmente tra il 62 e il 65 d.C. Non si propongono come un’opera sistematica, ma come un insieme di spunti e riflessioni su temi diversi, cui l’autore si accosta spesso partendo da riflessioni su squarci di vita vissuta. In queste pagine il grande filosofo scopre la propria dimensione intima e interiore, dominata dall’incertezza, in cui la serenità è l’approdo temporaneo di una mente inquieta che avvolta nel mistero delle cose cerca nella fermezza dello spirito un sostegno alla propria esistenza. Il tono resta sempre confidenziale e discorsivo, fruibile come una conversazione amichevole, perché come ebbe a dire lo stesso Seneca “la filosofia è un buon consiglio; e nessun consiglio si dà ad alta voce”.

Il poeta e storico romano Lucilio il Giovane, chiamato da Seneca Lucilius Iunior, vissuto nel I secolo, fu ‘Procurator Augusti’ per la provincia romana di Sicilia durante il regno di Nerone. A lui Seneca dedicò anche le “Naturales Quaestiones” in sette libri e il “De Providentia”.

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