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– “Noi garantiamo il 70% di payout ratio generando utili oltre 8 miliardi di euro, quindi i nostri azionisti possono contare per certo su un dividendo di 5-6 miliardi di euro”. Questi sono dividendi già certi che non dobbiamo definire, sono già definiti. Lo ha spiegato Carlo Messina, Consigliere delegato di Intesa Sanpaolo, a margine della presentazione dei risultati del 1° trimestre 2024. “In questo anno realizzeremo anche uno share buyback di 1,7 miliardi – ha aggiunto – quindi esiste un’altra componente già in essere, che verrà pagata ai nostri azionisti. Oltre a questo, sarà possibile valutare alla fine dell’anno, visto che avremo capitale in eccesso, un ulteriore share buyback da poter garantire ai nostri investitori”.

Non è che le banche siano dei contenitori di dividendi, la gran parte della remunerazione deve venire dall’utile, quindi il payout, poi lo share buyback si aggiunge nella misura in cui si genera capitale in eccesso non utilizzabile”.

A chi chiedeva cosa pensasse del calo registrato oggi dal titolo in Borsa -3,13% in chiusura di giornata, l’Ad ha risposto “chi investe in Intesa Sanpaolo, lo fa sapendo che investe in un’azienda che ci sarà sempre e sempre farà più di 8 miliardi di euro di utile. L’apprezzamento è dato dal price-to-book – ha spiegato – e non c’è una banca in Europa che abbia un valore di borsa rispetto al suo patrimonio alto come il nostro, la banca è considerata la migliore e con il miglior profilo di sostenibilità da parte degli investitori, poi può succedere che in un giorno ci possa essere una variazione del titolo”.

Parlando di risiko bancario, Messina ha ricordato “la prima operazione di risiko europeo, sotto la supervisione di Enria, è stata fatta in Intesa Sanpaolo, che ha acquisito la seconda miglior banca italiana – UBI – quindi noi abbiamo già fatto quello che BBVA sta cercando di fare con maggiore complessità in Spagna”. “

“Queste operazioni si fanno lanciando l’Opa, non partendo con delle discussioni pubbliche”, ha affermato Messina spiegando “Quando io ho fatto l’operazione con Ubi sono stato definito Financial Time ‘bold’; uno deve dare un colpo secco quando fa quest’operazione, non deve permettere che ne parli per mesi e mesi”.

Affrontando in modo più diretto l’operazione di aggregazione fra BBVA e Banco Sabadell, Messina ha affermato “ritengo che il maggior valore oggi si possa creare sui mercati interni, quindi tutte le operazioni che possono portare ad aggregazioni tra soggetti operanti negli stessi paesi possono portare valore, poi se andrà in porto questo lo vedremo. Per quanto riguarda noi, abbiamo un problema di quota di mercato, dopo le venete e dopo UBI abbiamo una dimensione che nel nostro paese è difficile che possiamo crescere oltre questi livelli”.

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