in italia lupi passato allarmi ingiustificati v4 717672

Il lupo è sempre stato uno dei predatori più temuti dalla nostra specie. Miti e racconti dimostrano che già migliaia di anni fa, ai tempi dei greci, questi carnivori erano mal visti dalla popolazione, non solo perché assalivano le pecore ma poiché ritenuti fonti di pericolo.

La verità attuale, purtroppo, è ben diversa. Costretti per generazioni a fuggire rispetto all’avanzata della nostra specie, che ha disboscato intere foreste ed edificato enormi città nelle pianure che un tempo erano loro territori di caccia, i lupi hanno subito un costante crollo demografico e sono stati spesso vittime d’ingiustificate aggressioni da parte di allevatori e bracconieri.

La riduzione del loro territorio li ha anche portati a correre maggiori rischi, spingendoli ad aggredire più frequentemente i capi di bestiame o cani di passaggio, che trovavano in giro. Un nuovo studio pubblicato dai principali esperti italiani di questa specie ha inoltre chiarito (ancora una volta) come non esiste alcuna invasione di lupi nel nostro paese.

Secondo i dati forniti dallo studio pubblicato su Ecology and Evolution, il numero di lupi in Italia è calato drasticamente negli ultimi anni e il loro numero complessivo è di molto inferiore a qualsiasi altro dato fornito dalle recenti campagne allarmistiche di cacciatori e allevatori, che non si basavano su metodi scientifici.

Gli autori di questo studio, proprio per difendersi dalle aspre critiche di coloro che vogliono eradicare questa specie dalla penisola, hanno deciso anche di utilizzare le tecniche di analisi più all’avanguardia per determinare la grandezza reale della popolazione italiana, stimata attualmente in 3501 esemplari.

Gli scienziati inoltre segnalano che questo censimento italiano giunge alla vigilia di una importante riunione dell’Unione Europea, che dovrà riflettere sulla proposta di alcuni partiti politici di abbassare le tutele di protezione per questa specie, ritenuta pericolosa dall’associazioni che riuniscono gli allevatori e gli agricoltori europei.

Sfortunatamente, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen appoggia questa proposta e in previsione dell’elezioni europee del prossimo giugno la campagna elettorale di alcuni candidati potrebbe basarsi sull’eradicazione di questa specie dal territorio.

Per questa ragione varie associazioni ambientaliste – Enpa, Federazione Nazionale Pro Natura, Lav, Leidaa, Lndc Animal Protection, Oipa e Wwf – hanno inviato una nota al governo italiano nella quale denunciano che “abbassare lo status di protezione del lupo, come propone la Commissione europea, sarebbe una decisione fondata non su solide basi scientifiche, ma su motivazioni squisitamente politico-elettorali”.

Gli autori di questo studio e molti altri zoologi italiani chiedono quindi al governo italiano e alla Commissione europea di respingere la proposta di diminuzione delle tutele ambientali per il lupo e di realizzare invece nuove campagne atte ad assicurare la convivenza pacifica e integrata tra le varie comunità locali e questa specie.

Gli scienziati ricordano inoltre che l’azione dei lupi è benefica per l’ambiente, visto che permettono agli ecosistemi di rigenerarsi e di migliorare la propria resilienza, nei confronti delle potenziali minacce climatiche.

Di per sé, infine, questi animali hanno dimostrato varie volte di essere molto più resistenti del previsto. Basti pensare al caso dei lupi di Chernobyl per rendersi conto che non sono dei carnivori qualunque.

È indubbio che questo studio farà molto discutere allevatori, cacciatori e agricoltori propensi ad eradicare il lupo dal nostro paese, ma il dato scientifico emerso dall’impegno degli scienziati italiani – tra cui Piero Genovesi dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) – ha appena assestato un colpo mortale alla credenza che il lupo stia invadendo il nostro paese.



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