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Cosa sarebbe accaduto se la guerra fredda fosse realmente scoppiata? Per chiunque si trovasse al Congresso, la risposta era un programma noto come Progetto Isola Greca. Di cosa si tratta?

Tralasciando l’URSS che sviluppava la comunicazione telepatica, il periodo della guerra fredda è stato senza ombra di dubbio uno dei più tesi della storia. Ecco spiegata la costruzione di un rifugio antiaereo governativo segreto, progettato alla fine degli anni ’50 per ospitare ogni membro della Camera dei Rappresentanti e del Senato degli Stati Uniti in caso di Armageddon nucleare. Che ci crediate o no, per trent’anni è stato sotto gli occhi dei vacanzieri americani, situato all’interno dell’hotel Greenbrier.

Migliaia di persone sono entrate e uscite da un bunker segreto senza sapere di trovarsi in un bunker segreto“, ha detto a NPR nel 2011 Bob Conte, storico ufficiale dell’hotel Greenbrier dal 1978.

Nella vita di tutti i giorni, l’hotel era il tipico resort di lusso che ospitava industriali e vari altri vacanzieri ultra ricchi. Dietro l’elegante rivestimento si ergeva una fortezza di cemento: “Un labirinto di stanze e corridoi, con pareti che erano spesse mezzo metro e rinforzate con acciaio“, affermava Ted Gup.

Successivamente l’intera struttura fu coperta con un tetto di cemento e sepolta sotto 6,1 metri di terra. Ad ogni ingresso, le gru appesero enormi porte d’acciaio, come se i giganti abitassero la struttura sotterranea”, dichiarò lo stesso Gup. Proviamo ora ad immaginare il “check-in” all’interno questo bizzarro resort.

Per prima cosa sarebbe necessario un viaggio di quattro o cinque ore da Washington DC a White Sulphur Springs, una piccola città a circa 402 chilometri a sud-ovest della capitale della nazione. Successivamente, si verrebbe trasportati attraverso una colossale porta anti-esplosione alta 4,6 metri, larga 3,7 metri e spessa 49,5 centimetri. Ultimo step, passare dalle docce di decontaminazione.

In seguito, dopo la chiusura delle porte ogni collegamento con il mondo esterno verrebbe interrotto. Il bunker sarebbe già dotato di cibo e acqua sufficienti per sostenere un intero gruppo per circa 6 mesi, con aria sufficiente per 72 ore. Il sistema di ventilazione entrerebbe poi in funzione, filtrando le radiazioni e i contaminanti biologici dall’aria esterna e circolante.

Dopo la doccia, i vestiti verrebbero presi e smaltiti; in cambio, ti verrà dato quello che Bill Geerhart, l’esperto di storia della Guerra Fredda, chiamò “bunkerwear”.

Ciascuno dei 18 dormitori conteneva 60 sottili letti a castello di metallo e, ha detto Conte a NPR, “tutto ciò che avevano per gli oggetti privati che potevi chiudere a chiave era un piccolo cassetto, proprio sotto i letti, dove potevi mettere i tuoi oggetti personali. Per 30 anni ognuno di questi 1.100 letti è stato assegnato a qualcuno“.

Vi erano, ovviamente, anche diverse aree deputate esclusivamente all’ambito lavorativo. Era incluso uno studio televisivo, completamente attrezzato con un finto sfondo del Campidoglio, per trasmettere le trasmissioni agli eventuali sopravvissuti.

Dopo aver visto che il governo americano usa le IA per simulazioni di guerra, questa volta abbiamo visto da vicino un’imponente bunker nucleare perfettamente autonomo, in grado di salvare migliaia di persone.



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