La procedura di congelamento e scongelamento di un embrione, molto utilizzata nella procreazione medicalmente assistita, potrebbe influenzare la salute futura dei nascituri. Almeno questo è quanto suggeriscono i risultati di uno studio condotto agli scienziati dell’Università di Göteborg, in Svezia. I risultati, pubblicati sulla rivista Plos Medicine, indicano che i bambini nati a seguito dell’impianto di embrioni congelati tramite fecondazione assistita hanno un rischio maggior di sviluppare un tumore.

Lo studio ha analizzato i dati di quasi 16mila bambini

Il team di ricerca, guidato dalla scienziata Nona Sargisian, ha esaminato i dati relativi a oltre 8 milioni di bambini nei paesi nordici, dopo esser stati concepiti tramite una tecnica di riproduzione assistita basata sull’utilizzo di embrioni congelati. Le informazioni raccolte sono state confrontate con quelle riguardati altri circa 8 milioni di bambini concepiti naturalmente. Ebbene, dai risultati è emerso che i bambini nati da embrioni congelati hanno un rischio più elevato di sviluppare un cancro.

I risultati sollevano timori circa i rischi dell’uso di embrioni congelati

Secondo i ricercatori, i risultati dovrebbero essere interpretati con cautela poiché, sebbene lo studio fosse ampio, il numero di bambini nati dopo il trasferimento di embrioni congelati e scongelati che in seguito hanno sviluppato il cancro è basso (48 casi), il che potrebbe limitare la forza statistica dell’analisi . Tuttavia, questi risultati potrebbero sollevare preoccupazioni sul trasferimento di embrioni congelati e scongelati.

Nessun aumento di rischio nei bambini nati in generale tramite PMA

Saranno necessari ulteriori approfondimenti per capire da cosa possa dipendere l’aumento del rischio. «La probabilità che si sviluppi una neoplasia a livello individuale rimane piuttosto bassa – commenta Ulla-Britt Wennerholm, altra firma dell’articolo – ma a livello di popolazione potrebbe risultare più elevato rispetto alla prole nata con fecondazione naturale. Non abbiamo riscontrato un aumento di cancro nei bambini nati dopo le tecniche di riproduzione assistita in generale».

 



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