L’attore statunitense Jeremy Renner è stato clinicamente morto per poco tempo dopo l’incidente domestico che lo ha coinvolto l’anno scorso
A quanto pare se l’è vista davvero brutta, visti i retroscena di quanto accaduto un anno fa rivelati solamente oggi. L’attore statunitense è stato clinicamente morto per qualche secondo dopo l’incidente domestico di cui è rimasto vittima. Per fortuna poi si è ripreso e ha continuato la sua vita e la sua carriera. Ha però rischiato di lasciarci troppo presto.
Il primo gennaio del 2023 il mondo intero ha avuto momenti di paura per il famoso attore americano Jeremy Renner. Per una serie di motivi la sua macchina SnowCat lo ha investito, causandogli diverse fratture e lesioni. Era andato ad aiutare il nipote con il suo gatto delle nevi, per tirare fuori la sua auto, quando il mezzo gli è piombato addosso.
I medici hanno riscontrato, infatti, gravi ferite alle gambe: lo spazzaneve gliene ha schiacciata completamente una. Secondo il medico che lo ha curato, bastavano pochi millimetri per andare a colpire un organo vitale o un nervo importante.
Il famosissimo attore americano avrebbe subito in quell’occasione non solo lesioni ortopediche, ma anche un trauma toracico contundente. Il referto parla anche di otto costole rotte, caviglie rotte, spalla destra rotta.
Per due settimane ha dovuto restare in ospedale sotto stretta osservazione. Sono seguiti poi mesi di convalescenza e riabilitazione per tornare in grande forma. Oggi sta benissimo, ma ha rischiato grosso, come racconta oggi un suo collega.
L’attore statunitense Jeremy Renner clinicamente morto dopo l’incidente domestico con lo spazzaneve
Michael Beach è accanto a Jeremy Renner in Mayor of Kingstown. Parlando del suo incidente domestico e definendo l’amico un vero e proprio guerriero, ha raccontato che l’attore si è rotto 38 ossa ed è stato anche clinicamente morto per qualche secondo.
Nessuno era certo della ripresa di Jeremy, ma lui avrebbe lottato con tutte le sue forse. L’incidente domestico di Renner è avvenuto per salvare il nipote, che adesso lavora fianco a fianco all’uomo che gli ha salvato la vita, come sottolinea Michael Beach.