Aumentare le risorse da destinare al bonus psicologico per il 2023, istituire un servizio di consulenza psicologica nelle scuole e destinare alcune risorse non utilizzate nella fase emergenziale della pandemia per conferire incarichi di collaborazione a psicologi presso le Asl. Sono questi alcuni degli emendamenti bipartisan al decreto Milleproroghe presentati in una conferenza stampa al Senato alla presenza di diversi parlamentari di maggioranza e opposizione, di esponenti del mondo della scuola e del Presidente dell’Ordine degli Psicologi David Lazzari.

«L’obiettivo è una rete psicologica pubblica che utilizzi le grandi infrastrutture sociali per fare in primo luogo prevenzione – spiega il presidente CNOP David Lazzari -. Nel quinto Piano nazionale di Azione per la tutela dei diritti dell’età evolutiva, approvato lo scorso anno, una delle azioni fondamentali suggerite è quella di utilizzare gli psicologi nella scuola. Del resto, il bonus psicologo vede tra i maggiori utilizzatori proprio i giovani, da cui provengono ben il 70% delle richieste. Stiamo dunque realizzando una grande operazione di giustizia sociale».

Anche dai politici il coro è stato unanime. Per Elisa Pirro, senatrice del MoVimento 5 stelle, «abbiamo rotto il tabù che c’era nel parlare di psicologia. È importante partire dalle scuole, i giovani sono i più sensibili». Anche Cecilia D’Elia, del Partito democratico, sottolinea che si tratta di una «battaglia importante che ci fa fare i conti con le nostre difficoltà e con quello che hanno subito i ragazzi durante la pandemia». Ma alla conferenza erano presenti anche altri parlamentari sensibili al tema come l’ex ministro della Salute Beatrice Lorenzin (Pd), il capogruppo di Fratelli d’Italia in commissione Lavoro e Sanità Ignazio Zullo, la deputata M5S Carmen Di Lauro e la senatrice dem Ylenia Zambito.

La richiesta di aiuto del mondo della scuola

Al centro dell’iniziativa il tema della scuola, con il disagio psicologico in forte aumento nei giovani soprattutto dopo la pandemia da Covid come hanno denunciato i dirigenti scolastici intervenuti.

Per Giovanni Cogliandro, Dirigente scolastico presso l’Istituto comprensivo Mozart di Casal Palocco a Roma, «il disagio non c’è solo nelle scuole superiori ma anche alle medie e alle elementari. C’è un acuirsi dell’asocialità, l’intromissione degli strumenti elettronici nelle vite dei ragazzi ha peggiorato la situazione. Ho lavorato in carcere e devo dire che c’è più socialità in carcere perché non hanno il cellulare. Va sottolineato, poi, che anche i docenti hanno bisogno di supporto psicologico essendo sottoposti a pressioni notevoli. Si tratta di problemi che nelle periferie sono molto più sentiti».

Anche per Cristina Costarelli, dirigente scolastica del Liceo Scientifico Newton di Roma, «c’è assoluta necessità di avere un supporto psicologico nelle scuole. Io ho contato nel mio istituto un aumento di situazioni di forte disagio. Abbiamo studenti che non hanno recuperato la socialità e che non riescono a tornare a scuola. Le scuole non hanno figure di specialisti che possano dare supporto e i docenti non hanno competenze di natura psicologica. Bisogna chiarire che lo psicologo a scuola non fa terapia ma può svolgere attività di sportello o organizzare laboratori in classe se ci sono difficoltà. Oggi purtroppo le scuole non hanno finanziamenti in forma stabile per la figura dello psicologo.  È una situazione che allarga il divario sociale: dove c’è il contributo dei genitori si riesce a pagare questa figura ma in aree territoriali più critiche questo non è possibile».

Le sollecitazioni del mondo della scuola confluiranno presto in un disegno di legge per l’istituzione della figura dello psicologo scolastico che la deputata Cinque Stelle Carmen Di Lauro sta per depositare.

 

 



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