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L’acqua potabile è la risorsa più preziosa presente sul nostro pianeta. Purtroppo, più del cibo o dell’aria è l’elemento che rischia di esaurirsi più in fretta e che ci permette di effettuare la produzione di altre risorse.

L’acqua potabile presente nei laghi e nei fiumi ci permette anche di produrre energia, ma proprio il suo utilizzo in questo campo porta direttamente al pericolo della siccità, amplificando la sofferenza di paesi interi.

Gli scienziati e gli esperti di geopolitica lo affermano da tempo. L’acqua in futuro diventerà più prezioso del petrolio, soprattutto andando a considerare la scarsità delle piogge e la perdita generale dei grandi ghiacciai in tutto il mondo, causato dal surriscaldamento climatico.

La situazione potrebbe essere tuttavia peggiore del previsto. Alcuni geologi ed esperti del clima stanno infatti proclamando l’allarme, chiarendo sin da subito che le risorse idriche potrebbero diminuire ulteriormente prima del fantomatico 2050, che per anni è stato considerato “l’anno limite” di molte proiezioni climatiche e demografiche.

Secondo inoltre uno studio abbastanza recente delle Nazioni Unite, che ha presentato le nuove proiezioni, entro la fine di questo decennio la domanda globale di acqua supererà l’offerta del 40%, portando diverse metropoli a subire gravi carenze che rischiano di far sollevare rivolte civili se non conflitti veri e propri.

Delle 500 città più popolate del pianeta, circa 1 su 4 non sarebbe neppure pronta per affrontare ad oltranza lo stress idrico, con il pericolo che a rimetterci saranno le fasce sociali più deboli.

Le ragioni che si stanno spingendo verso questa direzione non sono tuttavia tutte collegate al riscaldamento globale. Buona parte delle condutture che trasportano l’acqua potabile ai campi coltivati o in città presentano delle perdite, mentre in alcune regioni del mondo si utilizzano malamente i fiumi o le falda acquifere, favorendo un’eccessiva evaporazione.

La richiesta di acqua potabile è aumentata nel corso degli anni anche a seguito dell’incremento demografico della nostra specie e per l’uso di cattivi metodi di coltivazione, che sprecano ingenti quantità del prezioso liquido. Molto impattanti sono anche le realizzazioni di piscine private in alcune aree del mondo, come l’Australia, il Nevada o la California, dove le risorse idriche sono limitate.

Seppur c’è ancora una flebile speranza di cambiare i metodi di distribuzione e di captazione dell’acqua potabile, sono molteplici le sfide che l’umanità dovrà affrontare nel corso dei prossimi anni per quantomeno limitare questo problema: dalla riduzione del consumo di acqua per la produzione di bevande gasate e di vestiti alla realizzazione di tecnologie in grado di dissalare in maniera più efficiente e meno costosa l’acqua di mare.

Le città che oggi rischiano di più il collasso, come la capitale del Messico, per non cadere in spiacevoli situazioni, devono intanto cominciare prima del 2030 a riconsiderare il sistema di distribuzione di questo bene, che rischia di far scatenare delle violente guerre fra i paesi e gli stessi ceti sociali.



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