«Sono sempre più numerose e consistenti le evidenze a favore dell’ipotesi secondo cui i bambini che crescono negli ambienti familiari caratterizzati da difficoltà economiche e sociali o nelle regioni particolarmente inquinate siano maggiormente suscettibili alle problematiche respiratorie come l’asma». A spiegarlo a Sanità Informazione è Simona Barbaglio, presidente dell’Associazione Nazionale Pazienti Respiriamo Insieme, che commenta così i risultati di recente studio presentato durante la Conferenza Internazionale ATS 2023 e condotto dagli scienziati dell’Università del Colorado e del Children’s Hospital Colorado Anschutz Medical Campus, ad Aurora.

Il quartiere in cui vive un bambino con asma può essere un forte predittore di riacutizzazioni

Nell’ambito del lavoro, i ricercatori statunitensi, guidati dalla scienziata Emily Skeen, hanno analizzato i dati relativi a 193 bambini di età compresa tra gli 8 e i 17 anni affetti da asma. In particolare, gli studiosi si sono concentrati sugli effetti dell’ambiente e del contesto socioeconomico sulla salute dei partecipanti. Ebbene, i risultati dell’indagine mostrano che i bambini che risiedono nei quartieri più esposti all’inquinamento e crescono nelle famiglie che hanno maggiori difficoltà economiche sono più a rischio di riacutizzazioni della malattia. Possono cioè avere un rischio quasi raddoppiato di esacerbazione dell’asma. Lo studio suggerisce quindi che il quartiere di residenza di un bambino con asma può essere un forte predittore della gravità della malattia.

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Barbaglio: «I bambini  più urbanizzati sono più suscettibili alle ospedalizzazioni»

«Già nel 2017 – aggiunge Barbaglio – avevamo intuito e avvalorato le conclusioni a cui giunge questo studio. Le nostre ipotesi erano che i bambini che abitano negli ambienti più urbanizzati sono più suscettibili alle ospedalizzazioni e a una qualità della vita generalmente peggiore». E aggiunge: «Per questo motivo abbiamo lanciato le iniziative Campus Respiriamo Sano, destinate ai bambini tra i sette e i 17 anni. I progetti sono stati portati avanti nel 2017, nel 2018 e nel 2021 e siamo orgogliosi di considerarli dei successi. Il nostro obiettivo era quello di offrire a questa particolare fascia di popolazione l’opportunità di seguire un percorso lontano dall’inquinamento e caratterizzato da una gestione migliore della propria salute».

L’asma peggiora la qualità della vita

L’asma è una patologia caratterizzata da un fenomeno di broncocostrizione che causa crisi respiratorie che possono assumere gravità diverse in base alla durata ed alla intensità del fenomeno bronco-costrittivo. L’asma è associata ad una ridotta qualità di vita con limitazioni per le attività fisiche, con effetti negativi sulla dimensione psicologica, sulle relazioni, sulla vita sociale e su quella scolastica e lavorativa. I pazienti asmatici hanno una più alta probabilità̀di soffrire di ansia, depressione e attacchi di panico. «Iniziative come questi Campus – conclude Barbaglio – possono garantire un’opportunità di vacanza salutare, in un ambiente sereno e sano. I nostri progetti prevedono anche una parte educativa finalizzata a una maggiore consapevolezza dell’asma, dei suoi rischi, delle sue manifestazioni e delle sue complicazioni. La comprensione approfondita della problematica può portare a una migliore gestione delle condizioni di salute dei bambini e dei ragazzi che soffrono di asma».

 

 



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