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“Nell’inchiesta riaperta su Unabomber non c’è nulla da considerarsi realmente nuovo, si tratta di vecchi reperti riesaminati, non è stato trovato nulla di significativo. Zornitta è sereno, sa perfettamente di non aver commesso nulla ed è consapevole che l’esito degli accertamenti non lo riguarderà. Tuttavia, come farebbe al posto suo qualunque cittadino onesto che subisca un percorso penale, guarda con apprensione alle evoluzioni dell’inchiesta”. A parlare all’Adnkronos è l’avvocato Maurizio Paniz, che assiste Elvo Zornitta, l’ingegnere di Azzano Decimo accusato di essere l’attentore che, tra il 1994 e il 2006, piazzò più di 30 ordigni esplosivi nel Nord Italia causando il ferimento di 18 persone.

Tra gli indagati insieme agli altri dieci, Zornitta “ha subito un tracollo progressivo negli anni – ricorda il legale – quello che ha dovuto sopportare è inenarrabile e non c’è risarcimento che tenga. Si tratta di reperti tutti vecchi, nulla di nuovo, e ben venga se le nuove tecniche investigative che non erano disponibili all’epoca dei fatti possano rivelarsi utili. Certo, se si dovessero ricontrollare tutti i reperti dei procedimenti vecchi di anni, si ringolferebbe la giustizia. Ho sempre auspicato che si trovasse il colpevole, non posso dire di guardare ogni approfondimento istruttorio con il dispiacere con il quale invece guardo il decorso del tempo. Sono per una giustizia efficiente e rapida, quello che non è oggi”. (di Silvia Mancinelli)


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