Quando i pazienti considerano un medico meno affidabile aumenta il dolore che percepiscono durante una procedura. Qualcosa che risulta evidente anche dalla loro attività cerebrale. A dimostrarlo è stata una nuova ricerca condotta dall’Università di Miami (USA), i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista Cerebral Cortex.

Simulate procedure diagnostiche dolorose

Nello studio i ricercatori hanno sottoposto un gruppo di persone a una serie di procedure mediche dolorose, utilizzando diversi medici virtuali che apparivano come più o meno affidabili. Durante queste simulazioni mediche, ai partecipanti è stata misurata l’attività cerebrale utilizzando la risonanza magnetica funzionale (fMRI). I ricercatori hanno confrontato le risposte del cervello alla procedura medica dolorosa (stimolazioni di calore dolorose sulle braccia), le sensazioni dei partecipanti e la loro valutazione sulla affidabilità dei medici virutali.

Il dolore aumenta se il medico viene percepito come meno affidabile

«I partecipanti al nostro studio hanno riportato un aumento del dolore quando hanno ricevuto stimolazioni dolorose di calore dai medici che percepivano come meno affidabili», afferma Elizabeth Losin, una delle autrici dello studio dell’Università di Miami. Oltre a influenzare la quantità di dolore riportato dai partecipanti durante la scansione fMRI, la procedura dolorosa simulata con medici meno fidati è stata anche associata a una maggiore attività cerebrale nelle regioni cerebrali correlate al dolore, nonché a un aumento delle risposte in un biomarcatore cerebrale predittivo del dolore, considerato come la firma del dolore neurologico.

Basso grado di fiducia nei pazienti provenienti da gruppi emarginati

Questo studio è stato ispirato da un numero crescente di ricerche le quali dimostrano che la fiducia dei pazienti nei loro medici può influenzare una varietà di esiti di salute, incluso il dolore. Questi risultati hanno implicazioni di vasta portata per la comprensione delle disparità di salute. Molti studi infatti hanno anche dimostrato che le persone provenienti da gruppi emarginati, comprese le persone di colore, le persone a basso reddito e le donne spesso hanno un basso grado di fiducia nel sistema sanitario in generale e nei medici in particolare.

Fondamentale anche la vicinanza culturale

Qualche anno fa gli stessi ricercatori hanno condotto uno studio utilizzando simulazioni mediche faccia a faccia in cui hanno cambiato sperimentalmente quanto medici e pazienti si fidavano l’uno dell’altro facendoli sentire più o meno culturalmente simili tra loro. Questo studio, pubblicato sul The Journal of Pain. I ricercatori hanno scoperto che più i pazienti culturalmente simili si sentivano nei confronti dei loro medici, più si fidavano di loro e meno dolore provavano da una procedura diagnostica simulata.

Rivelate le basi cerebrali del legame tra fiducia nel medico e dolore percepito

Nel nuovo studio, gli scienziato volevano comprendere le basi cerebrali della riduzione del dolore legate alla fiducia che avevano precedentemente osservato. «Sebbene in precedenza avessimo scoperto che quanto ti fidi del tuo medico può influenzare la tua esperienza di dolore, sorprendentemente non sapevamo molto sulla basi cerebrali legate a questo effetto», riferiscono i ricercatori. Lo studio ha scoperto che quando i pazienti hanno ricevuto una procedura diagnostica dolorosa simulata dai medici di cui si fidavano meno, hanno riferito che era più doloroso (più intenso) e che il dolore li infastidiva di più (più sgradevole). Durante l’esame del cervello, come previsto, i ricercatori hanno scoperto che i pazienti avevano più attività in un certo numero di strutture cerebrali legate al dolore.

Anche la fiducia nelle organizzazioni sanitarie è importante

Per confermare ulteriormente i loro risultati i ricercatori anche testato un biomarcatore del dolore, la Neurologic Pain Signature. Hanno scoperto che il «pattern» caratteristico del dolore neurologico era espresso in modo più forte quando i pazienti ricevevano una procedura diagnostica dolorosa da medici su cui riponevano una bassa fiducia. Infine, gli autori volevano capire quali fattori del mondo reale potrebbero portare le persone a provare più dolore e ad avere più attività cerebrale correlata al dolore quando si fidano meno dei loro medici. Per rispondere a questa domanda, hanno esaminato se la sfiducia dei partecipanti nelle organizzazioni sanitarie fosse associata a un aumento delle risposte neurali a procedure dolorose. Ebbene, il team ha scoperto che maggiore è la sfiducia nei partecipanti alle organizzazioni mediche, maggiore è l’attività cerebrale nelle regioni cerebrali coinvolte nel dolore, nell’attenzione e nelle emozioni durante l’esperienza e la valutazione del dolore. «I nostri risultati dimostrano che anche piccoli cambiamenti nella relazione medico-paziente possono essere sufficienti per ridurre il dolore dei pazienti», concludono i ricercatori.

 



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