E’ stata fissata per il 4 novembre, nell’aula bunker di Rebibbia, l’udienza preliminare per decidere sul rinvio a giudizio, chiesto dalla procura di Roma, di Raul Esteban Calderon, l’argentino accusato dell’omicidio di Fabrizio Piscitelli, noto come ‘Diabolik’ ucciso con un colpo di pistola alla testa il 7 agosto del 2019 nel parco degli Acquedotti a Roma, e dell’omicidio di Selavdi Shehaj, detto ‘Passerotto’, avvenuto sulla spiaggia di Torvaianica il 20 settembre 2020. L’accusa nei suoi confronti è di omicidio volontario aggravato dal metodo mafioso e detenzione abusiva di armi dopo l’inchiesta condotta dai pm della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, coordinati dai procuratori aggiunti Michele Prestipino e Ilaria Calo’, e dagli investigatori della Squadra Mobile. In relazione all’omicidio dell’albanese Selavdi Shehaj, oltre all’argentino, si deciderà sulla richiesta di rinvio a giudizio, anche per Enrico Bennato e Giuseppe Molisso.

Secondo l’atto di accusa dei pm Enrico Bennato e Calderon “con premeditazione e agendo in concorso tra loro e con altra persona allo stato non identificata che fungeva da palo, agendo travisati dall’uso di mascherine e caschi integrali al momento della fuga, si portavano in pieno giorno sul lungomare di Torvajanica frazione di Pomezia e all’altezza del chiosco denominato ‘Bora Bora’ e a distanza ravvicinata esplodevano due colpi di arma da fuoco con una pistola calibro 7,65 browning colpendo al collo Shehaj” uccidendolo.

Per questo omicidio, aggravato dal metodo mafioso perché “maturato nell’ambito del contrasto tra associazioni criminali organizzate”, Molisso è accusato di aver condiviso con Raul Calderon “la pianificazione di tempi e modi dell’omicidio e provvedeva al reperimento di un’arma da fuoco calibro 9 non utilizzata in occasione del delitto e del ciclomotore viceversa utilizzato, consegnati entrambi a Calderon, tramite Guido Cianfrocca e Luca De Rosa”. Anche per questi ultimi la procura ha chiesto il rinvio a giudizio. Nel procedimento risultano come parti offese i familiari di Piscitelli e Shehaj.

“Grati alla procura per questo risultato e quindi per aver dato un nome e un volto più che credibile all’assassino – dicono all’Adnkronos i genitori di Fabrizio Piscitelli – Siamo però molto rammaricati che dopo oltre 3 anni restino ancora  sconosciuti i mandanti e il movente”.

“Constatiamo dalla lettura degli atti che per l’omicidio di Torvaianica collegato a quello di nostro figlio, oltre allo stesso esecutore materiale, compaiono i mandanti – aggiungono – Ci lascia sconcertati che per il nostro Fabrizio figuri solo il killer Calderon. Volendo escludere ogni disattenzione o errore, confidiamo nell’esperienza e nella conoscenza del tessuto criminale di questa città da parte degli inquirenti e dunque in un imminente e definitivo esito positivo delle indagini”.

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