Anche per questa estate la montagna rimane tra le mete privilegiate dagli italiani, confermando un trend in ascesa, è proprio il caso di dirlo, iniziato negli ultimi anni e che ha visto una brusca accelerazione a seguito della pandemia da Covid-19.

Tentando di sfuggire al caldo rovente e desiderosi di natura, aria aperta ed esperienze mozzafiato sempre più persone infatti scelgono di salire in alta montagna ma spesso, mancanti di un’adeguata preparazione pratica e teorica che impedisce di vivere in sicurezza l’ambiente montano e prevenire malesseri tipiche dell’alta quota.

“Ascoltare il proprio corpo e sapere quali farmaci eventualmente assumere per contrastare le comuni ma non trascurabili patologie legate all’altitudine”, raccomanda Daniele Manno, Capitano del corpo militare della Croce Rossa italiana, che lasciando il nuovo corso ECM aperto a tutti i camici bianchi e realizzato con Consulcesi Club “Montagna: patologie e condizione tipiche in alta quota” si unisce al coro di soccorritori e guide alpine che, nella stagione estiva come in quella invernale, raccomandano più prudenza e formazione in montagna.

L’obiettivo del nuovo corso affidato al paramedico nonché istruttore di remote e military life support è quello di aggiornare e formare i professionisti della salute per prevenire gli innumerevoli e comuni malesseri legati all’altitudine e promuovere una maggiore consapevolezza attorno a quello che succede al nostro organismo quando esposto a condizioni più o meno avverse ed estreme come possono essere quelle dell’ambiente montano.

Un tema centrale, quello della montagna e dell’esperienza outdoor, in questo 2022 che promette di essere l’anno della rivincita per il turismo nel Belpaese con le previsioni dell’istituto Demoskopika che parlano di un +43% di presenze italiane e di un +35% di quelle straniere sul 2021.

Tra le mete preferite, l’indagine conferma il successo della montagna che solo in Piemonte attira il 40% dei turisti mentre in Abruzzo file da vie dello shopping affollano da inizio estate la vetta più alta degli Appennini.

In questo scenario, Manno allora mette in guardia sui rischi legati ad un’ascesa senza un’adeguata preparazione: «L’altitudine può portare ad una serie di malesseri dall’intensità variabile a seconda anche della predisposizione del singolo, che possono andare dal noto mal di montagna all’iperventilazione, alla dispnea, fino alla apnee notturne, al respiro periodico e all’alterazione del sonno», spiega Manno che nel corso multimediale affronta anche comportamenti volti a prevenire la comparsa del malessere e l’utilizzo di farmaci per contrastare i sintomi.

Nel corso Manno tocca inoltre argomenti e concetti che tra il pubblico generalista sono ancora avvolti da disinformazione e confusione e sui quali quindi i professionisti della salute possono e devono fare la differenza con un’informazione corretta e aggiornata: dall’importanza dell’acclimatazione al ruolo della disidratazione fino al sistema endocrino e all’adattamento ormonale.

«La risposta fisiologica varia a seconda di diversi fattori. Per esempio, se generalmente si iniziano ad accusare i sintomi del cosiddetto mal di montagna a partire dai 2000 metri, è possibile che i soggetti cardiopatici ne soffrano già dai 1000 metri, con nausea e altri disturbi gastrointestinali», spiega Manno.

«È fondamentale allora mettere più persone possibili nella condizione di riconoscere il disturbo e agire per una rapida e sicura ripresa».

Il corso di formazione a distanza si inserisce nell’ampio catalogo del provider leader nella formazione ECM tra cui i professionisti della salute possono scegliere per conseguire i crediti formativi obbligatori entro la fine di dicembre 2022.

 



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