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Inutile negarlo, non abbiamo ancora le conoscenze adeguate per mantenere in vita un cervello o un intero individuo a basse temperature. Scopriamo quali sono i principali limiti.

Dopo aver visto come è morta questa mummia, ricordiamo come gli egiziani mummificassero i loro faraoni in modo che potessero risorgere fisicamente in futuro nell’aldilà. Per quanto possa apparire assurdo, ancora oggi cerchiamo di fare una cosa molto simile!

I biologi desiderano da tempo poter congelare i campioni in modo da poterli conservare e utilizzare in seguito. Non è un processo così semplice, poiché tutti gli esseri viventi sono composti principalmente da acqua. Nel momento in cui quest’ultima si congela e si espande, tende purtroppo a far letteralmente esplodere cellule e tessuti.

Esiste in realtà un intero campo della biologia, che studia come congelare i campioni in modo che siano ancora vitali una volta scongelati successivamente. I progressi effettuati fino ad oggi nel campo della crioconservazione, hanno consentito di conservare le cellule staminali e altri campioni importanti nell’azoto liquido. Inoltre, oggi la crioconservazione è una speranza per chi vuole avere figli.

Per molti tipi di cellule e tessuti, questa metodica funziona. Viene spesso eseguita utilizzando additivi come il glicerolo, che consentono il raffreddamento a temperature molto basse senza lasciare che l’acqua si trasformi in ghiaccio. Si tratta in pratica di aggiungere un antigelo al campione. Ciononostante, non siamo ancora riusciti a preservare gli esseri umani.

L’idea alla base della “crionica“, è quella di congelare degli individui con determinate patologie, fino al momento in cui non venga realizzata una cura. L’idea esiste da molto tempo, ma ha preso piede grazie al lavoro di Robert Ettinger, un insegnante di fisica e matematica del Michigan.

Nel 1976 fondò il Cryonics Institute vicino a Detroit e convinse più di 100 persone a pagare 28.000 dollari ciascuna per conservare i loro corpi in azoto liquido all’interno di grandi contenitori. Una delle prime persone ad essere congelata fu sua madre, Rhea, morta nel 1977. Anche le sue due mogli sono conservate lì e lo stesso Ettinger, morto nel 2011, si unì a loro. Oggi esistono diversi impianti di crionica di questo tipo, ma come funzionano?

Per prima cosa viene drenato il sangue, che viene sostituito dal liquido antigelo. Il corpo viene poi conservato nell’azoto liquido. I prezzi però, sono decisamente aumentati, arrivando anche a 200.000 dollari per individuo. Tuttavia, i problemi da affrontare sono innumerevoli.

Il problema principale risiede nel mantenere in vita non solo le funzioni vitali di base, ma anche le sinapsi a livello cerebrale. Bisogna infatti considerare come i minuti (in alcuni casi ore) che trascorrono dalla morte alla fine del processo di conservazione, causano nelle cellule cambiamenti biochimici irreversibili dovuti alla mancanza di ossigeno e sostanze nutritive.

Considerando infine la mancanza degli stimoli continui provenienti dall’ambiente e dal corpo stesso di cui si “nutre” il nostro cervello, appare evidente quanto ancora siamo distanti dal coronare il sogno di Ettinger.



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