Non è passato molto tempo dalla pubblicazione del nostro resoconto delle novità di iOS 17.4, a partire dall’apertura agli app store alternativi. Finora, però, questi ultimi hanno latitato, motivo per cui non passa di certo inosservato il lancio, anche in Italia, di AltStore PAL.
Come riportato da The Verge e come si legge in un post pubblicato sul blog dello sviluppatore Riley Testut nella giornata del 17 aprile 2024, il negozio digitale è adesso ufficialmente attivo in Europa. C’è però un prezzo da pagare per potervi accedere, dato che, per coprire i costi derivanti dalla Core Technology Fee (CTF) di Apple, si è pensato di far pagare un abbonamento annuale di 1,50 euro (più tasse, ovvero 1,83 euro all’anno in Italia).
Ricordiamo che gli sviluppatori di app store di terze parti devono pagare ad Apple 50 centesimi per ogni installazione di app dopo il primo milione, nonché per ogni prima installazione di app store alternativo. Questo significa che soluzioni come AltStore PAL devono trovare un modello di business sostenibile. Da qui l’idea di proporre una sottoscrizione annuale dal costo di pochi euro. Si tratterà di una scelta vincente? Staremo a vedere.
Fatto sta che il lancio di AltStore PAL, che richiede almeno iOS 17.4, prevede l’accesso a due applicazioni: l’emulatore Delta e il clipboard manager Clip. Il primo si può scaricare gratuitamente (al netto del costo dell’abbonamento), mentre il secondo richiede un ulteriore contributo Patreon da almeno 1 euro (più tasse). La strada, insomma, parte un po’ “in salita” per gli app store alternativi, ma quantomeno ora c’è un effettivo primo tentativo “ufficiale” di realizzare un’alternativa all’App Store su iPhone.
In ogni caso, AltStore PAL apre le porte anche ad altri sviluppatori di terze parti, a patto che questi ultimi ospitino in autonomia sui propri server le app e che gli utenti siano disposti a passare per l’aggiunta di fonti, o meglio di URL che contengono file JSON, per installarle.
Quel che è certo è che il lancio dell’aggiornamento ad iOS 17.4, collegato all’entrata in vigore del DMA (Digital Markets Act) europeo, sta portando con sé novità non di poco conto.