belvedere iacchetti

Dopo una stagione “intensa e resistente” appena conclusa, il sipario della Sala Umberto di Roma si riaprirà a fine settembre “con la consapevolezza dello scampato pericolo”, per continuare a “dare il segnale che siamo vivi, nonostante nulla sembri andare incontro al teatro”. Con queste riflessioni, il direttore artistico della Sala Umberto di Roma, Alessandro Longobardi, illustra il fitto cartellone che vedrà in scena ben 17 compagnie, che probabilmente saliranno fino a 19 in totale, dal 27 settembre al 7 maggio, con un fiore all’occhiello assoluto: la regia di Peter Stein per ‘Il compleanno’ di Harold Pinter, protagonista Maddalena Crippa.

Ma è un cartellone di nomi forti quello proposto al suo pubblico dalla Sala Umberto, potendo contare su Alessandro Gassmann per la regia di ‘Qualcuno volò sul nido del cuculo’; il duo composto da Mariano Rigillo e Giorgio Colangeli per ‘I due Papi’ che ovviamente sono Ratzinger ancora Benedetto XVI pontefice ‘in carica’ e Bergoglio allora cardinale e non ancora Papa Francesco. E poi Peppe Barra con una inedita versione della ‘Cantata dei pastori’; o la coppia formata da Vittoria Belvedere ed Enzo Iacchetti per ‘Bloccati dalla neve’; e ancora Cochi Ponzoni per ‘Le ferite del vento’, Gioele Dix per ‘La corsa dietro il vento’ tratto dai testi di Dino Buzzati, Gianmarco Tognazzi in ‘L’onesto fantasma’ di Edoardo Erba.

Molta attesa anche per l’omaggio di Andrea Mirò a Giorgio Gaber e Sandro Luporini e al loro teatro-canzone con ‘Far finta di essere sani’ in collaborazione con la fondazione Gaber; e per Giampiero Ingrassia alla ricerca dell’eterna giovinezza, nei panni del ‘Doctor Faust’. Lo spettacolo di inaugurazione della nuova stagione sarà ‘Immacolata Concezione’ di e con Federica Carruba Toscano. Dopo ‘A che servono questi quattrini’, classico di tradizione partenopea di Armando Curcio, arrivano Giovanni Scifoni e Francesca Inaudi con ‘Beginning: l’amore che non ti aspetti’. E per gli amanti dei grandi autori classici, le atmosfere russe del ‘Giardino dei ciliegi’ di Anton Cechov con Milvia Marigliano. “Siamo vivi – sottolinea il direttore Longobardi – e abbiamo il dovere, oltre che la necessità, di dimostrarlo”.

(di Enzo Bonaiuto)

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