Negli studi dentistici arriva la diagnostica avanzata. Nasce il primo progetto di screening per la prevenzione del cancro orale, promosso dall’Associazione Italiana Odontoiatri che, al 30° Congresso Nazionale tenutosi a Roma dal 27 al 30 ottobre, ha annunciato l’avvio del progetto ‘Oral Care-Total Care’ per contrastare una patologia diagnosticata ogni anno, nel mondo, a oltre 500 mila pazienti.
Il progetto parte a novembre, nel 2023 i primi risultati
Il progetto prenderà il via nel mese di novembre. Saranno una ventina i professionisti presenti in tutta Italia a partire e che porteranno avanti per 2 anni un protocollo di screening. A maggio 2023 la presentazione dei primi risultati. Una prima linea di intervento che prende il via direttamente dal Congresso Nazionale. La tre giorni, a Villa Pamphili, ha visto impegnati i professionisti del settore con le eccellenze della categoria: docenti universitari, maestri dell’Odontoiatria e giovani professionisti emergenti. Un’occasione di approfondimento e formazione, ma anche di dialogo per affrontare le attuali emergenze.
“Tutti i contributi apportati in sede di congresso hanno delineato la necessità di intervenire attraverso tecniche che consentano la mini invasività assoluta nella bocca dei pazienti – afferma Fausto Fiorile, Presidente nazionale AIO -. Obiettivo è preservare il più a lungo possibile sia i denti che i tessuti del cavo orale, ogni frazione di millimetro è importante. Un messaggio forte e controcorrente rispetto alle promozioni pubblicitarie social e online che inducono molto spesso a terapie decisamente più invasive quali ad esempio i trattamenti implanto-protesici, in molti casi nemmeno necessarie e addirittura proposte prima ancora di aver visitato il paziente. Essere attenti alla conservazione del dente e della bocca significa avere a cuore la salute dei pazienti, fattore che, forse, non è prioritario in chi fa quel tipo di promozione. Ecco perché avviamo questo progetto di diagnostica avanzata”.
Il tumore del cavo orale
“Quello del cavo orale è un tumore relativamente frequente e può avere origine nei tessuti di lingua, palato, labbra, mucose e faringe – sottolinea David Rizzo, dirigente nazionale AIO e responsabile del progetto -. Il 75 % dei casi è dovuto a fattori di rischio ricorrenti come il fumo, l’alcol, fattori irritativi cronici da protesi incongrue o da abrasione a causa di denti fratturati, papilloma virus, ma un dato ancora più significativo è che circa il 25 % dei pazienti colpiti non fuma ne beve alcol. In compenso, se viene diagnosticato in stadio iniziale, il tasso di mortalità può ridursi del 90% e la chirurgia può non essere particolarmente invasiva”. Il progetto avviato in collaborazione con Pierrel, che fornirà gratuitamente i dispositivi per gli screening, avrà una durata di due anni. Si partirà formando un “cluster” di associati sul protocollo dell’uso dell’apparecchiatura; i primissimi dati della sperimentazione potranno essere illustrati già a primavera in occasione di Expodental.
Il ruolo dell’odontoiatra
“L’Odontoiatra ha un ruolo fondamentale nello screening del cancro orale, sappiamo che per le lesioni che non guariscono in circa 14 giorni è necessaria la biopsia – prosegue Rizzo -. Ma si può arrivare ad una diagnosi rapida sottoponendo il paziente ad un esame, l’immunofluorescenza, con un dispositivo che assorbe raggi ultravioletti e li emette a lunghezza d’onda maggiore consentendo di migliorare la diagnosi delle lesioni con potenziale cancerogeno. Lo strumento è di facile utilizzo ed è possibile strutturare screening periodici e massivi. Il progetto nazionale sarà accompagnato da una campagna di sensibilizzazione della popolazione”.
“Dopo questa prima fase di sperimentazione – conclude il Presidente Fiorile – tutti gli Odontoiatri e non solo i soci AIO potranno disporre di un protocollo ben definito per offrire una diagnostica quotidiana presso il proprio dentista di fiducia durante tutti i periodi dell’anno. Questo sia per evitare ai pazienti attese e spostamenti che per sollevare gli ambulatori ospedalieri da un carico lavorativo sempre meno sostenibile. Contiamo di offrire formazione anche ai medici di famiglia, ben sapendo che la diagnostica in studio e nelle case della salute avrà grande sviluppo grazie ad una riforma della medicina territoriale alla quale l’Odontoiatria può dare il suo contributo”.