Malattie molto diffuse come diabete, malattie della tiroide, obesità, infertilità, osteoporosi sono connesse ad alterazioni ormonali. Queste si manifestano in maniera diversa e colpiscono buona parte della popolazione nel corso della vita. Si stima, infatti, che la probabilità che ognuno di noi possa sviluppare dei problemi ormonali si aggiri intorno al 75%.

Secondo gli esperti della Società Italiana di Endocrinologia (SIE), per prevenire gli squilibri ormonali è consigliabile ridurre l’esposizione a sostanze chimiche nocive. E anche seguire una dieta ricca di frutta e verdura e povera di cibi processati, prevenire le carenze di vitamina D, iodio e calcio. Inoltre, per mantenere l’equilibrio ormonale è fondamentale l’esercizio fisico.

In occasione della terza edizione della “Giornata Europea degli Ormoni”, promossa dalla Società Europea di Endocrinologia (ESE), gli esperti della SIE spiegano come riconoscerne gli squilibri. E come intraprendere piccole azioni quotidiane per mantenere l’equilibrio ormonale e promuovere il benessere generale.

Problemi ormonali: incidono alimentazione e stili di vita

Gli ormoni sono i “registi” della nostra salute e regolano tutto quello che accade nel nostro organismo. Sono sostanze chimiche prodotte dalle ghiandole endocrine che agiscono come messaggeri. Sostanze che, viaggiando nel circolo sanguigno, portano informazioni per regolare e coordinare le funzioni dei vari organi: sonno, fame, temperatura corporea, metabolismo. Ma anche desiderio sessuale, tono dell’umore, crescita e sviluppo.

Nell’organismo circolano più di 50 ormoni le cui variazioni possono fare da apripista a moltissime patologie: dagli estrogeni al testosterone, dall’insulina all’ormone della crescita.

Oggi è risaputo che il 30% delle malattie croniche e 1 tumore su 4 dipendono da squilibri ormonali. I livelli degli ormoni oscillano non solo in base all’età, ma anche in relazione al tipo di alimentazione e ai cattivi stili di vita.

Prevenire gli squilibri ormonali, i consigli della SIE

Fondamentale è dunque conoscere gli ormoni e la loro importanza. Ma anche «mettere in atto strategie per prevenire le malattie in cui c’è una componente ormonale alterata, ciò per incidere positivamente sulla salute dei cittadini». Lo afferma Diego Ferone, presidente eletto SIE e Direttore Clinica Endocrinologica presso l’Irccs Policlinico San Martino, Università di Genova.

La SIE consiglia di ridurre il più possibile l’esposizione agli interferenti endocrini contenuti in imballaggi di plastica, cosmetici e giocattoli. E anche di introdurre adeguate dosi di vitamina D, iodio e calcio in modo da prevenire malattie come l’osteoporosi, le patologie tiroidee e alcuni disturbi metabolici.

È altresì importante praticare con regolarità esercizio fisico per ridurre l’impatto di malattia a forte componente ormonale come l’obesità, i tumori, il diabete.

Il ruolo cruciale degli ormoni, ancora poco noto

L’endocrinologo deve essere uno specialista competente su molteplici aree terapeutiche anche molto lontane fra di loro, vista la centralità del sistema ormonale. «Eppure paga il prezzo di una scarsa consapevolezza del ruolo degli ormoni nel mantenimento della salute e in molte malattie, anche da parte della classe medica». È quanto dichiara Gianluca Aimaretti, presidente SIE e Direttore del Dipartimento di Medicina Translazionale (DiMET) dell’Università del Piemonte Orientale. «Nonostante lo straordinario impatto sulla salute femminile e maschile, spesso ignorato e sottovalutato, pochi conoscono il ruolo cruciale degli ormoni. Esso resta misterioso – spiega l’esperto – per la maggior parte degli italiani, che non sanno come affrontare eventuali squilibri e a chi rivolgersi. Se infatti i sintomi di un infarto o di un ictus sono peculiari e facilmente riconoscibili, gli ormoni agiscono invece in maniera meno chiara ed evidente».

La funzione dello sport sulla modulazione ormonale

L’attività fisica costante a intensità moderata e non prolungata, da 90 a 150 minuti a settimana, può aiutare l’organismo a produrre meglio gli ormoni.

«Appena ci muoviamo – continua Aimaretti – il nostro organismo rilascia ormoni che provocano effetti diversi. Un esempio è quello dell’irisina, il cosiddetto ormone dello sport, ‘brucia-grassi’. Che, per mezzo di un’attività fisica costante ed equilibrata aumenta del 12% e contrasta le cellule adipose ‘cattive’. Il regolare esercizio a bassa intensità aumenta fino al 500%, rispetto ai sedentari, la secrezione di endorfine e serotonina, conosciuti come ormoni della felicità. Questi sono responsabili di benessere e buonumore. Si riduce invece la produzione del cortisolo, l’ormone dello stress. Contribuendo così a equilibrare la produzione ormonale e far sì che la sua efficacia sia massima. L’attività fisica contribuisce anche ad abbassare la resistenza all’insulina e a migliorare l’utilizzo dello zucchero da parte dei muscoli e del cervello».

Squilibri ormonali, ecco i campanelli d’allarme

In molti ritengono che gli squilibri ormonali siano legati solo al mondo femminile e che gli uomini non sperimentino gli effetti negativi di alterazioni simili.

«I sintomi a cui porre attenzione, che possono mascherare problemi al sistema endocrino, sono variazioni inspiegate di peso, disturbi del sonno, cambiamenti nell’appetito. E anche fragilità di unghie e capelli, stanchezza eccessiva, pelle desquamata, sete persistente, comparsa di depressione del tono dell’umore, calo del desiderio sessuale e infertilità. In presenza di questi campanelli d’allarme è necessario rivolgersi allo specialista endocrinologo. E può essere utile, su indicazione dello stesso, sottoporsi a esami di dosaggi ormonali», conclude Ferone.



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