La dissertazione diventa immediatamente – e resterà a lungo – un caposaldo del dibattito intellettuale russo, diviso a proposito dei rapporti con l’Occidente tra chi vorrebbe un Paese emulo delle civiltà europee, gli occidentalisti, e gli slavofili che auspicano invece per la nazione russa un cammino autonomo.
Due mesi più tardi lo stesso Dostoevskij pubblica il discorso sulla sua rivista «Diario di uno scrittore», e lo accompagna con un’introduzione e con la puntuale risposta alle critiche mossegli dal professor Gradovskij.
I tre testi – qui presentati insieme alla conferenza tenuta nella stessa occasione da Turgenev, faro degli occidentalisti – sono introdotti da Paolo Nori che, grazie a una serie di fulminanti close-up, ricostruisce, oltre a quella epica giornata, la temperie culturale ed emotiva della Russia di fine Ottocento.