«In tutta Italia abbiamo i pronto soccorso che esplodono a causa del Covid. Rispetto alla stessa settimana di luglio dello scorso anno abbiamo 100 volte in più di contagi e ricoveri 4 volte superiori». Le parole di Enrico Coscioni, presidente Agenas, ben dettagliano l’attuale situazione pandemica in Italia. Inoltre, dalle stime, sembra ci stiamo avvicinando al picco. «Da un mese la percentuale di casi positivi ai test molecolari è in crescita – spiega Giovanni Sebastiani, matematico presso l’Istituto per le applicazioni del calcolo Mauro Picone del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Iac) – ma, dopo aver raggiunto il massimo della velocità di crescita una decina di giorni fa, stiamo assistendo a una frenata nell’aumento di contagi. Secondo i dati disponibili, quindi, il picco in Italia è previsto tra 7 e 21 giorni. All’inizio della prossima settimana sarà possibile effettuare stime più precise».

Sebastiani (Cnr): «Sul fronte delle ospedalizzazioni per Covid siamo in crescita accelerata»

«Questo andamento è sicuramente dovuto alla diffusione della variante Omicron 5 – spiega Sebastiani – che si è dimostrata più contagiosa e maggiormente trasmissibile rispetto ai ceppi precedenti». Il ricercatore osserva poi che anche i valori relativi all’impatto sulle strutture ospedaliere nelle ultime settimane mostrano un significativo aumento. «Rispetto a tre settimane e mezzo fa, l’occupazione media dei reparti ordinari è raddoppiata, raggiungendo il 13 per cento», dice. «Siamo attualmente in fase di crescita accelerata, per cui per questo parametro non possiamo ancora prevedere ora quando si verificherà il picco», aggiunge Sebastiani.

In terapia intensiva occupazione triplicata rispetto a un mese fa

«Per quanto riguarda gli ingressi giornalieri nelle terapie intensive – aggiunge Sebastiani – il valore è triplicato rispetto a un mese fa, il che rappresenta sicuramente motivo di preoccupazione. Nonostante le cifre dell’occupazione dei reparti siano ancora piuttosto basse, intorno al 4 per cento, questo andamento è sicuramente il riflesso di una situazione poco promettente, tanto più che anche i decessi sono in aumento». L’esperto precisa poi che si verificano significative variazioni regionali per i parametri legati alle ospedalizzazioni. «L’Umbria detiene il primato in negativo – conclude Sebastiani – con oltre il 30% di occupazione dei posti letto ordinari per Covid-19. Valle d’Aosta, Calabria e Sicilia superano il 20 per cento, mentre per Campania, Liguria e Basilicata i valori sono di poco superiori al 15 per cento. Di positivo c’è il fatto che ora, per 100 ricoveri ordinari, ne abbiamo circa 2.7 in terapia intensiva contro i 7.5 di dicembre 2021, quando dilagava Omicron. Possiamo infine dedurre che l’andamento dei prossimi giorni dipenderà in gran parte anche dalle attenzioni e dal comportamento individuale della popolazione”.

 



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