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“Non può sfuggire a nessuno che la transizione digitale insieme a quella green è il principale driver di crescita per il futuro. Usciamo da anni di crisi praticamente permanente: siamo passati da una pandemia mondiale ad una guerra dentro l’Europa, nonostante tutto questo l’Italia per il 2022 ha fatto segnare un record assoluto di export + 9,4% annuo oltre 600 miliardi di valore, l’industria ha retto il colpo. E ciò è stato possibile non solo grazie all’export ma anche grazie alla particolare organizzazione su filiere e catene del valore del nostro manifatturiero”. Lo ha detto il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi nel videomessaggio inviato nell’ambito dell’ evento “Digitale per crescere” organizzato da Anitec-Assinform.

Sul PNRR: “va implementato senza tentennamenti ma nel modo giusto e nei prossimi giorni. Non nei prossimi mesi”, ha sottolineato ancora il numero uno degli Industriali dicendosi “convinto e ottimista che possiamo riuscirci” .

Bonomi è anche tornato sulla necessità di “mettere in campo un grande piano di investimenti per la transizione 5.0 se vogliamo restare competitivi nei confronti dei due grandi poli che sono Usa e Cina. Questo piano – ha proseguito – ha alla base la precondizione i temi del digitale. Non a caso il Pnrr destina moltissimi capitoli e risorse a questo ambito. E le ricadute, anche se non immediate, sono molto rilevanti”.

L’importanza della digitalizzazione delle PMI è stata sottolineata anche dal sottosegretario all’economia Federico Freni: “digitalizzare servirà e serve per fare tutto, il mercato digitale è un mercato in crescita esponenziale, che continuerà a crescere: se nel 2022 ha fatto +2,4 significa che le imprese anche in un momento difficile hanno continuato a investire sul digitale e bene hanno fatto. Tutti gli investimenti sul mercato digitale che fanno le piccole e medie imprese sono investimenti sul futuro, per il mercato che verrà”, ha detto nel videomessaggio sottolineando anche che le PMI “sono la spina dorsale del nostro paese, la caratteristica peculiare della nostra economia”. In particolare, ha proseguito Freni le Pmi digitalizzate “sono delle Pmi ancora più forti, ancora più interconnesse, che si aprono anche a mercati esteri come peraltro già molte stanno facendo, che guardano al futuro, perché al futuro possiamo solamente guardare, non possiamo girarci indietro. Smettere di digitalizzare, smettere di crescere di correre per la digitalizzazione vuol dire cercare di fermare il tempo ed è impossibile”.

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