In Italia oltre un terzo delle persone con diabete, con precisione il 36%, vive in una delle 14 citta’ metropolitane. Cresce il fenomeno del diabete urbano, legato cioe’ a uno stile di vita cittadino. Per trovare strategie efficaci a contrastarlo, le societa’ scientifiche di diabetologia e il mondo della politica hanno siglato all’Anci un Protocollo d’intesa per la promozione di campagne di screening di diabete e obesita’ e per la prevenzione attraverso l’attivita’ fisica.

“In Italia, oltre il 30% delle persone con diabete ha uno stile di vita sedentario: un dato preoccupante che necessita di un’inversione di rotta”, dice Riccardo Candido, presidente eletto dell’Associazione Medici Diabetologi (Amd). Per questo, afferma Mario Occhiuto, presidente Intergruppo Parlamentare Qualita’ di Vita nelle Citta’ , “dobbiamo mettere lo sport al centro dei nostri contesti urbani, sviluppare il modello della Healthy City, intesa come contesto in cui tutti gli elementi ambientali, sociali, economici”. “Dobbiamo agire a partire dai contesti urbani, sportivizzando le citta’ ed agevolando cosi’ le persone a svolgere attivita’ fisica”, sottolinea Roberto Pella, vicepresidente Vicario di Anci e presidente Intergruppo Parlamentare Qualita’ di Vita nelle Citta’ . “Va in questa direzione – aggiunge – la proposta di legge su Disposizioni per la prevenzione e la cura dell’obesita’ , che prevede agevolazioni per la realizzazione di impianti sportivi aziendali e la deducibilita’ delle spese per le attivita’ sportive”.

“L’attivita’ motoria e’ cosi’ importante per la salute che auspichiamo sia presto ricettata come le altre terapie farmacologiche indispensabili”, commenta Angelo Avogaro, presidente della Societa’ Italiana di Diabetologia (Sid). Questo e’ l’obiettivo di “un ddl che ho presentato – spiega Daniela Sbrollini, presidente Intergruppo Parlamentare Qualita’ di Vita nelle Citta’ – per dare la possibilita’ a pediatri e medici di inserire le attivita’ sportive in ricetta medica, cosi’ che le famiglie possano usufruire delle detrazioni fiscali. La speranza e’ che, recuperando attraverso il 730 parte dell’investimento, le persone siano incentivate”.



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