Pelle arrossata, secchezza, desquamazione, prurito ed eritema, sono questi i sintomi più frequenti della dermatite atopica, una patologia che interessa in Italia circa un milione di bambini, ovvero il 20/30 percento della popolazione infantile ed è presente in età adulta in un 3 percento della popolazione, ovvero circa un milione e mezzo di individui.

Malattia genetica

Non tutti sanno che la dermatite atopica è una malattia genetica, non contagiosa, causata da diversi fattori, in particolare due: una insufficiente produzione di liquidi, o un’alterazione della filaggrina, una proteina che provoca una eccessiva secchezza della pelle. Nei due terzi dei casi con l’arrivo della pubertà e l’aumento di sebo, la dermatite atopica tende a placarsi. Trattandosi di un disturbo infiammatorio della pelle questa malattia tende a diventare cronica, anche se può andare in completa remissione per lunghi periodi. Ciò non toglie che nei primi anni di vita del bambino o in casi più gravi e resistenti durante l’adolescenza e l’età adulta generi un forte impatto psicologico per i disagi che comporta su chi ne soffre e sulla sua famiglia.

Asma e dermatite atopica una combinazione frequente

È importante prestare molta attenzione a chi presenta sintomi riconducibili ad una dermatite atopica. In particolare, i bambini che dai primi mesi di vita fino ai 5 anni possono avere un esordio di dermatite mostrando pelle arrossata, secchezza e desquamazione e col tempo potrebbero sviluppare forme di asma, rinite o congiuntivite allergica. Secondo le statistiche, infatti, i casi di asma sono triplicati in presenza di dermatite atopica, questo perché dopo aver colpito a livello cutaneo la malattia progredisce intaccando le mucose. Se la dermatite persiste anche dopo l’adolescenza, si cronicizza e nell’adulto la situazione potrebbe addirittura peggiorare intaccando le palpebre, la testa e gli angoli della bocca. Nei casi più gravi il gonfiore e il prurito potrebbero diventare permanenti.

Temperature rigide e secchezza dell’aria un mix esplosivo per la dermatite atopica

Cercare di capire quali siano i fattori scatenanti di questa patologia è una delle sfide ancora da vincere. Gli studiosi sono propensi nel credere che le cause della dermatite vadano ricondotte ad un clima rigido durante l’inverno associato alla secchezza dell’aria degli appartamenti per via del riscaldamento. Di conseguenza la stagione estiva viene percepita come un periodo di remissione della malattia. «Si crede che l’esposizione solare sia benefica perché i raggi del sole hanno un’azione antinfiammatoria che potrebbe migliorare lo stato di salute della pelle. In realtà non è proprio così – spiega la dermatologa Federica Osti – infatti, la pelle esposta al sole, al vento, all’acqua del mare e a contatto con la sabbia può reagire con manifestazioni ancora più evidenti questo perché la pelle con dermatite atopica presenta una barriera cutanea fragile e gli agenti esterni come la salsedine o il cloro delle piscine, possono peggiorare la situazione. Senza dimenticare il sudore che essendo costituito per la massima parte da acqua, priva di ulteriore idratazione il corpo e la pelle del bambino».

Attenzione alle complicanze

Se la dermatite atopica è una malattia fastidiosa ma non pericolosa, è bene non sottovalutarla perché potrebbe dare seguito a complicanze. Tra le più frequenti ci sono le infezioni batteriche secondarie specialmente da Stafilococco e da Streptococco che possono generare malattie gravi come la glomerulonefrite acuta, la febbre reumatica e l’endocardite.

Come trattare la dermatite atopica

Creme cortisoniche, antistaminici o trattamenti naturali con impacchi di tarassaco e bagni d’avena sono alcuni dei rimedi per curare la dermatite atopica. Se al cortisone si ricorre in casi gravi e solo per brevi periodi, gli antistaminici si usano se alla base della dermatite c’è l’allergia ad una determinata sostanza, alla terapia antibiotica invece si ricorre quando la dermatite atopica provoca infezioni cutanee secondarie.  Un graduale aiuto può arrivare dalla natura con prodotti come l’aloe vera, il burro di karité, la centella asiatica, il tarassaco e oli emollienti. In particolare, le formule conosciute come Skin Barrier Therapy limitano l’adesione del batterio Staphylococcus aureus, mentre la vitamina PP stimola la produzione dei lipidi e rinforza la barriera cutanea. «Anche durante i mesi estivi la dermatite atopica va trattata, ma con prodotti adatti ad un clima più caldo, quindi dalla texture più leggera – spiega la dermatologa -. Infatti, la consistenza dei trattamenti deve andare incontro all’esigenza di avere prodotti facilmente spalmabili, come gel che rinfrescano e idratano la pelle senza lasciare traccia».

 

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