A sei anni di distanza dall’entrata in vigore della Legge c.d. Gelli Bianco la Asl Roma 4 investe su un percorso formativo ad hoc, tagliato per così dire “su misura” sul contesto organizzativo aziendale, andando ad approfondire oltre che i profili più generali dell’impianto normativo – grazie al contributo di autorevoli docenti esterni, magistrati, medici legali, e avvocati – anche gli aspetti più pratici ed operativi della gestione aziendale, sia dal punto di vista del clinical risk manager che nell’ambito del comitato aziendale valutazione sinistri, con il contributo dei professionisti interni più direttamente coinvolti. Senza trascurare infine l’aspetto assicurativo.

È importante mantenere viva l’attenzione su una legge che aveva prioritariamente un obiettivo di fondo: quello di costruire un sistema in cui il medico o più in generale l’operatore sanitario, non rappresenti più un bersaglio e torni ad essere protagonista sereno del rapporto terapeutico con il paziente

Possiamo dire oggi che questo obiettivo è stato raggiunto se è vero che nel 70% o poco meno dei casi gli operatori sanitari non risultano coinvolti personalmente. Ma altrettanto vero è che questa traslazione ha fatto sì che la responsabilità civile si sia spostata sui bilanci delle Aziende, con un esito positivo per le richieste di risarcimento del danno che supera il 65%, dunque due su tre.

Senza contare l’impatto della c.d. medicina difensiva che si è stimato generi costi pari a circa 10 miliardi euro, che sono sì lo 0,75% del PIL ma anche il 9% del Fondo Sanitario Nazionale.

Ma c’è anche un altro motivo per il quale è importante mantenere viva l’attenzione sull’impianto normativo: si tratta di una materia complessa, la cui complessità deriva essenzialmente dal fatto che attorno al tavolo della responsabilità sanitaria siedono diversi interlocutori, ognuno con la sua estrazione professionale e culturale ed ognuno con il suo linguaggio:

–          Il linguaggio del medico o più in generale dell’operatore sanitario;

–          Quello del paziente e dei suoi familiari

–          Quello dell’avvocato

–          Quello del medico legale

–          Quello del magistrato civile e penale

–          Quello della Corte dei conti

–          Quello del clinical risk manager

–          Quello dell’assicuratore

–          Quello a volte della stampa

È importante dunque sedersi attorno a questo tavolo con la volontà costruire un linguaggio comune, nel quale ciascuno rinunci ad una piccola parte del proprio gergo tecnico in favore di una maggiore reciproca comprensione.

Questo obiettivo nella ASL Roma 4 passa attraverso un percorso formativo che vede appunto il coinvolgimento di autorevoli docenti, esterni ed interni:

–          Il Dott. Michele Alberto Cisterna, Presidente della XIII sezione del Tribunale civile di Roma per la responsabilità civile;

–          La Dott.ssa Annunziata Rapillo, sostituto procuratore presso la Procura della Repubblica di Civitavecchia per la responsabilità penale;

–          L’Avv. Gloria di Gregorio, per la responsabilità erariale;

–          Il Prof. Tonino Marsella per gli aspetti medico legali;

–          La Compagnia assicuratrice della ASL, con gli Avvocati Davide Morganti e Sara Pistolesi;

–          La Direzione Sanitaria dell’Ospedale con il Dott. Antonio Carbone;

–          Il clinical Risk Manager nella persona della Dott.ssa Antonietta Grizzuti;

–          Il coordinatore del Comitato Aziendale Valutazione Sinistri nella persona dell’Avv. Valentina Mori.

Il corso, accreditato ECM, inizierà a settembre 2023 e terminerà a maggio 2024, è obbligatorio per tutti i Dirigenti medici e per i coordinatori infermieristici che verranno individuati dal Direttore del DAPSS. Si svolgerà in due sedi, una a Civitavecchia ed una a Bracciano per renderlo più fruibile per tutti gli operatori. Saranno classi da 40 persone per 10 edizioni ripetute. Vedrà dunque coinvolti 400 operatori sanitari della Asl Roma 4 tra dirigenza medica e coordinatori infermieristici.

Un obiettivo formativo importante, che punta a rinforzare la consapevolezza degli operatori, e dunque anche la loro serenità, con un ritorno infine – ciò che più conta – sulla qualità dell’assistenza in favore dei pazienti.



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