Ieri sera la prima tappa italiana del suo World Wild Tour’ alle Terme di Caracalla
Zucchero, un giramondo senza casa… L’artista emiliano – che ieri sera ha iniziato a Roma, alle Terme di Caracalla, il suo Giro d’Italia all’interno del ‘World Wild Tour’ che lo ha portato dalla Scandinavia all’Australia, dagli Usa alla prossima tappa in Spagna, ovunque facendo registrare sold out – è al momento privo di una casa discografica, “essendo il contratto scaduto, come lo yogurt… – riferisce con il sorriso – e senza casa discografica non si fanno dischi. Spero di non faticare a trovarla, anche se pare stia facendo fatica persino Santana!”.
Il concerto, forse in maniera evocativa, inizia con il brano ‘Spirito nel buio’ e Zucchero – nella conferenza post-concerto in un hotel romano – sottolinea: “Ci sono in giro troppe cose brutte e sono poche quelle belle, si spera sempre in un raggio di luce ma ci sono forze oscure che aleggiano: guerre, conflitti interni… si avverte la pesantezza dei disaccordi e delle disarmonie nel mondo; ora, questo disastro in Romagna che lascia pensare e riflettere. Come si fa a dire che andrà tutto bene? Non vedo ancora la primavera, speriamo arrivi presto”.
E l’artista emiliano, nel cantare ‘Let it shine’ composta in occasione dell’uragano a New Orleans, ha inteso lanciare un messaggio di solidarietà cambiando nel testo la parola Mississipi con ‘La mia Terra’. Solidarietà che si concreterà nella sua partecipazione già annunciata fra gli artisti che saliranno sul palco di Campovolo il 24 giugno per aiutare una raccolta fondi con l’obiettivo dichiarato dagli organizzatori di raggiungere i 4 milioni di euro.
Il concerto sfiora quasi le tre ore, senza interruzione, per una trentina di brani con tutte le canzoni più iconiche di Zucchero: da ‘Partigiano Reggiano’ a ‘Vedo nero’, da ‘Baila’ a ‘Dune mosse’, da ‘Miserere’ – con l’immagine proiettata di Pavarotti e attorno al collo una sciarpa di Big Luciano – a ‘Overdose d’amore’ con il coro gospel, da ‘Diamante’ a ‘Per colpa di chi’, da ‘Un diavolo in me’ a ‘con le mani’ per chiudere con ‘Libidine’.
Sulla attuale situazione politica, Zucchero preferisce glissare, “a costo di passare per qualunquista”. Ma prende posizione contro le imposizioni del ‘correct’: “non me ne frega un…” con quel che segue. Quanto all’intelligenza artificiale, nel campo della musica, “basta l’aggettivo ‘artificiale’, quanto di più lontano da me… è musica senza anima con cui non ho nulla da spartire. Invecchierò continuando a suonare la musica che sento: vuol dire che invecchieremo insieme, facendoci buona compagnia…”.
In Italia, dopo i cinque concerti a Roma alle Terme di Caracalla, si prosegue a luglio in tour a Trieste in piazza Unità d’Italia, a Caserta nel cortile dela Reggia, ad Agrigento nella Valle dei Templi e a Siracusa al Teatro Greco. tutti posti in qualche modo ‘magici’ perché, spiega, “sono i più adatti per la mia musica: la bellezza del posto facilita e amplifica la musica, a patto però che la musica sia buona… si sceglie il luogo in base all’anima che si ha”, sottolinea l’artista.
Quanto alla sua band internazionale, “io sento il loro sangue e il loro cuore, la passione dei miei musicisti, non importa se abbiano già suonato con grandi artisti, possono sceglierli anche con un provino dopo averli sentiti su YouTube e in un talent show, che oramai hanno sostituito i talent scout”, osserva. Ma quanto al look, “l’armocromia è una cag… Mai seguito gli esperti, mi sono sempre vestito da me, non fa parte dei miei modi di fare”, chiude il discorso Zucchero.
(di Enzo Bonaiuto)